Coronavirus, Fnopo: “Si attinga dagli studenti del terzo anno di Ostetricia per l’attività di contact tracing”

La proposta della Federazione nazionale degli Ordini della professione ostetrica.

“Alla luce degli attuali gravissimi scenari epidemici da Sars-Cov-2 e per contrastare la carenza di personale sanitario in modo responsabile e consapevole, riteniamo sia opportuno individuare tra le misure elaborate dalla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni (da attuare nel breve, medio e lungo termine) una azione a brevissimo termine, ovvero attingere dagli studenti del corso di laurea in Ostetrica che stanno ultimando l’anno accademico 2019-2020”. Così la Federazione nazionale degli Ordini della professione ostetrica (Fnopo).

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Le componenti del Comitato centrale aggiungono: “La misura è ben inquadrabile tra quelle individuate dalla Commissione salute per i diversi settori del sistema salute, ed elaborate a seguito dell’audizione con i soggetti che garantiscono l’applicazione dei piani terapeutici e la conseguente riorganizzazione dei servizi. Si tratta di una misura che potrebbe rappresentare una buona fonte di risorse professionali prontamente disponibili e adottabili con immediatezza per le diverse esigenze. Sulla base di quanto indicato dalla legge 27/2020, la Fnopo propone pertanto di inserire negli enti e nelle aziende del Ssn gli studenti del terzo anno dei corsi di laurea in Ostetricia, in regola con i crediti formativi universitari, per le attività di contact tracing e non solo, e inquadrati con contratti di collaborazione coordinata e continuativa con durata limitata al periodo emergenziale”.

Spiegano i vertici della Federazione ostetrica: “L’attuale pandemia da Covid-19 ha fatto emergere una realtà già nota e affrontata in modo non omogeneo in tutto il Paese, per la quale occorre la riorganizzazione delle rete dei servizi territoriali. Per fortuna, nonostante i dati costantemente drammatici dei rapporti Istat e Cedap che segnano gravi flessioni negative delle nascite, le donne continuano a partorire i propri figli seppur con grande preoccupazione. A seguito della necessaria concentrazione e del potenziamento dei servizi ospedalieri con sospensione/limitazioni di alcuni servizi territoriali dovuti alla recrudescenza dei contagi Covid, le donne hanno rilevato l’inevitabile vuoto della medicina del territorio e di prossimità per le esigenze connesse al percorso nascita. Un vuoto che può rappresentare un forte deterrente per le donne ad effettuare i controlli necessari e che rientrano nelle prestazioni inderogabili per garantire sicurezza e supporto nel periodo perinatale (gravidanza, parto e puerperio-allattamento)”.

E ancora: “Le ostetriche del territorio, ove le attività del distretto sono sospese o limitate, continuano ad adottare nuove modalità di approccio in ambito perinatale ricorrendo a tutte le tecnologie disponibili (contatto telefonico costante, video chiamate, corsi di accompagnamento alla lascia a distanza, gruppo WZ, ecc.) per rimanere accanto alle donne. È evidente, tuttavia, che queste lodevoli iniziative da sole non possano bastare, ma è necessario potenziare i servizi alla nascita soprattutto in questa grave fase epidemica colmando il vuoto organizzativo. Gli studenti del terzo dei corsi di laurea in Ostetricia, in regola con i crediti formativi universitari.potrebbero essere impegnati anche e soprattutto nel supporto alle attività della medicina del territorio, con la conseguenziale “liberazione” di ulteriori risorse umane già formate e collocabili nelle strutture ospedaliere ormai al collasso”.
 
Concludono i vertici Fnopo: “Il mondo e l’Italia stanno attraversando uno dei periodi più difficili della storia sanitaria recente. Gli eventi hanno dimostrato che anche il miglior servizio sanitario non può reggere da solo la violenza dell’onda d’urto provocata dall’epidemia da Covid-19. È urgente e necessario che le Federazioni e gli Ordini territoriali facciano la propria parte in quanto enti sussidiari dello Stato. Proprio in questa direzione va la proposta della Federazione delle ostetriche: investire sugli studenti del terzo anno dei corsi di laurea in ostetricia per il supporto al territorio e l’esecuzione dei test rapidi anti-Covid / tamponi per diagnosi Sars-Cov-2”.

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