Coronavirus, Figliuolo a tutto campo sui vaccini: “L’obiettivo è immunizzare l’80% della popolazione entro il 30 settembre”

Durante l’audizione davanti alle Commissioni riunite Sanità del Senato e Affari sociali della Camera il commissario per l’emergenza Covid ha toccato tutti i temi relativi alla campagna vaccinale.

Un’ordinanza del commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, prevede che siano vaccinati non solo i residenti, ma anche la popolazione “domiciliata nel territorio regionale per motivi di lavoro, di assistenza familiare o per qualunque altro giustificato e comprovato motivo che imponga una presenza continuativa nella regione o nella provincia autonoma”. L’obiettivo è dare piena attuazione del Piano strategico nazionale sulla campagna di vaccinazione contro il nuovo coronavirus, risolvendo anche il problema di molti insegnanti, lavoratori e proprietari di seconde case che si trovano in regioni diverse dalla propria, magari trasferiti fin dall’inizio della pandemia.

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«Altre tipologie di vaccini? Se serve, perchè no? Qualunque essi siano. Se li compra una Regione, ammesso che possa farlo, li deve distribuire in egual misura con tutte le altre. Sicuramente io li divido secondo le percentuali previste, perchè nessun cittadino, da Pantelleria a Tarvisio, deve avere chances diverse. Lo dice anche la nostra Costituzione». Così lo stesso Figliuolo sull’acquisto dei vaccini paventato da alcune Regioni.

Durante l’audizione davanti alle Commissioni riunite Sanità del Senato e Affari sociali della Camera il commissario ha sottolineato che in Sicilia si potrà somministrare il vaccino anche in chiesa: «In 500 diocesi della Conferenza episcopale siciliana si effettueranno vaccinazioni in chiesa qualora la diocesi abbia almeno 50 prenotazioni. E questa è una buona pratica».

Un importante chiarimento, poi, sulle categorie da vaccinare: «Adottiamo un criterio il più possibile rigoroso e scientifico, facendo poco nepotismo. Se allarghiamo alla grande e piccola distribuzione, ai postini, agli operatori ecologici, allora che succede con i fragili, gli over 80? L’obiettivo è mettere in sicurezza i più fragili e gli anziani, quelli che più rischiano, prendendo il Covid, di andare in terapia intensiva e non uscirne più. Io ascolto, ma non siamo in grado di soddisfare tutte le richieste. Altrimenti dovremmo avere 20 milioni di vaccini al giorno e 50mila posti di inoculazione».

A proposito di punti vaccinali: «A oggi oltre 2mila punti vaccinali e sono cresciuti del 30% nel mese di marzo. Tra siti produttivi, grande distribuzione, palestre, scuole, strutture di associazioni o della Conferenza episcopale italiana sono stati individuati 420 siti adeguati alle somministrazioni vaccinali. Il rateo ideale di vaccini da raggiungere, a regime, è fissato in almeno 500mila somministrazioni al giorno entro la terza settimana di aprile, per ottenere l’immunità di gregge entro la fine di settembre. Vaccinare l’80% della popolazione entro il 30 settembre, dando priorità ai più vulnerabile. Su tale traguardo è orientata la struttura commissariale. Vaccinare per favorire la ripartenza del Paese. Capillarità e spinta sulla vaccinazione sono i capisaldi e la corretta attuazione del Piano sta avvenendo sul pieno coinvolgimento degli attori a tutti i livelli»

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Tre le direttrici del Piano: «Approvvigionamento efficace e puntuale distribuzione, monitoragio costante dei fabbisogni e delle forniture per ottimizzare il flusso della filiera, capillarizzazione mediante distribuzione fin nei territori più lontani. E questo si realizza implementando la platea dei vaccinatori e i punti vaccinali. Obiettivo immediato della campagna vaccinale italiana è l’ampiamento della platea dei vaccinatori, dando impulso a tutti gli accordi stretti da ministero e struttura commissariale, che riguardano gli oltre 40mila medici di medicina generale, gli studi privati, l’impiego in hub dei medici specializzandi, i pediatri di libera scelta e gli odontoiatri. Se necessario, si aggiungeranno altri medici a chiamata».

Figliuolo ha poi sottolineato i numeri incoraggianti della campagna vaccinale italiana: «Siamo di fronte a un cambio di passo che sta portando i primi risultati. Le forniture complessive di vaccini nel solo mese di marzo ammontano a oltre 7,6 milioni di dosi, e solo questa settimana ne stanno arrivando circa 3 milioni: lunedì un milione di Pfizer, mercoledì oltre 500mila di Moderna e oltre 1,3 milioni di AstraZeneca, su un totale di 14,2 milioni realizzato nel primo trimestre. Sostanzialmente abbiamo recuperato molto del divario accumulato, perché nel trimestre si aspettavano 15,6 milioni e noi chiudiamo a 14,2. Le somministrazioni hanno raggiunto quasi 9,6 milioni di dosi e si è registrato un notevole incremento per i più vulnerabili: oggi sono 3,7 milioni le dosi somministrate loro. Per aprile le forniture attese confermano questo trend, con oltre 8 milioni già assicurate, di cui 400mila di Johnson and Johnson, ed è un trend in crescita».

Intanto fervono i lavori per limare il testo del prossimo decreto Covid: ha Su questo tema il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, ha sottolineato: «Stiamo dicendo tutti la stessa cosa: occorre dare ai cittadini una prospettiva di speranza. Allo stesso tempo questo non è il momento per dire ‘riapriamo tutto’. Fino al 15-20 aprile ci vorrà ancora molta attenzione. Tuttavia, se i numeri miglioreranno, nel decreto servirebbe un automatismo che preveda aperture mirate, senza bisogno di approvare un nuovo provvedimento».

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