Un decreto monocratico prevede la sospensione dell’obbligo di indossare il dpi durante l’intera giornata scolastica per una giovane alunna che ha mostrato difficoltà respiratorie.
“Occorre una nuova, urgente, motivata rilevazione specifica dell’impatto dell’uso prolungato delle mascherine sui minori di 12 anni, anche alla luce dei criteri dettati dall’Oms”. Così Franco Frattini, presidente della Terza Sezione del Consiglio di Stato, in un decreto monocratico che prevede la sospensione dell’obbligo di indossare la mascherina durante l’intera giornata scolastica per una bambina che ha mostrato difficoltà respiratorie connesse all’uso del dispositivo di protezione individuale.
I genitori della giovane studentessa, che va a scuola in provincia di Bolzano, hanno proposto ricorso contro l’uso della mascherina al Tar del Lazio. “L’imposizione non giustificata di un dispositivo come il dpi su scolari giovanissimi presuppone l’onere per l’autorità emanante di provare scientificamente che l’utilizzo non abbia impatto nocivo sulla salute psico-fisica dei destinatari”, precisa ancora Frattini nel decreto.
Nel richiedere il nuovo accertamento sull’impatto dell’uso prolungato della mascherina sui giovani studenti, non essendo sufficiente “il mero richiamo a precedenti documenti scientifici anche del CTS”, il Consiglio di Stato prospetta una “responsabilità” in caso di “ritardo” o “omissione” di questo atto.
Intanto in Italia continua a crescere il numero di contagi tra i giovani. Il “Focus sull’età evolutiva” redatto dall’Iss rileva che dalla fine di gennaio l’incidenza dei casi di coronavirus nella fascia sotto i 20 anni ha superato, per la prima volta dall’inizio della pandemia, quella delle fasce di popolazione più adulte, e a febbraio è rimasta leggermente più alta.
L’incidenza dei casi di Covid-19 nei mesi di gennaio e febbraio 2021 è stata intorno ai 150 casi per 100mila abitanti. Il valore più alto è stato registrato tra i giovani di età compresa tra i 13 e i 19 anni (poco meno di 200 casi ogni 100mila abitanti), mentre nei più piccoli l’incidenza è minore. Tuttavia l’Iss sottolinea che sono pochissimi i casi gravi diagnosticati tra i più giovani, mentre quelli lievi sono circa il 60% e il resto sono pauci sintomatici.
Redazione Nurse Times
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