Coronavirus, boom di decessi e scarsa fiducia nei vaccini: è crisi nera per Romania e Bulgaria

Preoccupa la gestione della pandemia nei due Paesi dell’Europa orientale, agli ultimi due posti nell’Ue per numero di vaccinati.

La sirtuazione in Romania – Secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), la Romania è il Paese con la più alta percentuale di nuove morti da coronavirus nell’Unione Europea: 226 ogni milione di abitanti; in Italia siamo a 8,5. Un record negativo che ha generato paura nella popolazione, facendo aumentare notevolmente il numero di vaccinazioni.

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Lo scorso 18 ottobre è stato il giorno più nero dall’inizio della pandemia, con 18.863 nuovi contagi e 574 morti: mai così tanti, per un di decessi pari a 45.503, il 93% dei quali non aveva ricevuto il vaccino. Quel giorno solo 36.826 persone si erano sottoposti all prima dose, 7.863 alla seconda e 24.052 all’iniezione di richiamo, per un totale di 68.749 dosi somministrate in 24 ore. Da allora il numero di vaccinazioni è aumentato costantemente, fino a raggiungere oltre 150.600 iniezioni eseguite solo martedì scorso, di cui 111.033 erano prime dosi. Numeri mai visti prima nel Paese, che dopo la Bulgaria è quello con meno vaccinati nel blocco Ue: solo il 37% della popolazione, a fronte di una media Ue del 75%.

Come riporta il Romania Journal, il Centro di vaccinazione del mercato Obor di Bucarest è stato letteralmente preso d’assalto, e la fila di persone in attesa di iniezione era così lunga da circondare più volte la struttura. “Le persone che vengono ora preferiscono Johnson & Johnson, poiché è una singola dose. Quelle che sono state vaccinate nella prima fase e hanno consultato i medici vogliono Pfizer. Comunque il numero cresce ogni giorno. I cittadini sono arrivati alla conclusione che questo vaccino salva la vita”, ha affermato Nejem Adnan, medico coordinatore del centro.

I medici stanno facendo il possibile per spiegare gli effetti positivi del vaccino alla popolazione. “Abbiamo notato una differenza significativa tra i polmoni di un paziente vaccinato contro il Covid-19 e quelli di un paziente non vaccinato. In oltre il 95% delle persone vaccinate che hanno contratto la malattia non si registrano danni ai polmoni, mentre nel caso dei pazienti non vaccinati ci sono danni dal 30 al 40% dell’organo, e questa percentuale può aumentare in un tempo estremamente breve, a volte anche di poche ore, fino al 70-80 e anche all’85%”, ha detto Diana Manolescu, direttrice dell’ospedale “Victor Babes” di Timisoara.

Anche la Chiesa sta spingendo la popolazione ad ascoltare i consigli degli esperti. “La vita e la salute sono un dono di Dio che dobbiamo custodire e coltivare, rispettando rigorosamente i consigli dei medici e le misure sanitarie decise dalle autorità competenti”, ha dichiarato il patriarca della Chiesa ortodossa romena, Daniel, in un appello ai fedeli.

La situazione in Bulgaria – Per mesi i principali media bulgari sono stati invasi da medici che hanno messo in dubbio l’efficacia dei vaccini, sconsigliandoli a donne incinte e persone vulnerabili, spesso in contrasto con gli studi scientifici più accreditati. Risultato: con il suo 21% la Bulgaria è all’ultimo post nell’Unione Europea per tasso di vaccinati sulla popolazione adulta. Anche per questo l’ondata di Covid-19

che ha colpito il Paese in queste settimane fa sempre più paura: l’ultimo bollettino segno un nuovo record negativo di contagi e decessi. E nonostante il governo provvisorio abbia decretato l’obbligo del Green Pass per accedere ai luoghi pubblici e per accelerare le vaccinazioni, gli esperti temono che ormai il danno sia stato fatto e che si andrà incontro a un nuovo lockdown.

“Non siamo stati in grado di formare la maggior parte dei medici che si occupano dei vaccini. È stato perso il momento di condurre una campagna mirata nell’estate del 2020 – ha commentato l’epidemiologa Hristiana Batselova –. Sono sorpresa di quanti medici in Bulgaria non capiscano come funzionino i vaccini. I medici avevano paura di vaccinarsi e si sono rifiutati di vaccinare i loro pazienti”. Secondo l’Unione dei medici bulgari, circa il 70% dei medici è vaccinato, uno dei livelli più bassi dell’Ue. “La sfiducia è stata poi aggravata dalle fake news – ha concluso l’epidemiologa –. È ora di smetterla di incolpare i politici. Non possiamo incolpare costantemente gli altri per le nostre scelte sbagliate”.

Secondo alcuni osservatori, i media bulgari danno infatti spazio a specialisti che diffondono fake news, invocando il pluralismo e la libertà di opinione. Alcuni di questi, ad esempio, hanno sconsigliato la vaccinazione alle donne incinte o a coloro che intendono rimanere incinte nei prossimi sei mesi. Ma al di là delle responsabilità di medici e media, secondo il quotidiano Capital, le responsabilità politiche non possono essere minimizzate. Grazie al programma di acquisto congiunto dell’Ue, Sofia ha potuto contare su un’enorme disponibilità di vaccini, ma il governo dell’ex premier Boiko Borissov è stato timido, per usare un eufemismo, nel promuovere un’adeguata campagna di immunizzazione. E la caduta del suo esecutivo e le elezioni fissate al 14 novembre non hanno migliorato la gestione della crisi.

Redazione Nurse Times

Fonte: Europa Today

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