Infermieri

Coronavirus, a Roma la presentazione del documentario girato in prima linea

Appuntamento domani nella capitale, alla presenza dei presidenti Fnomceo e Fnopi. Le riprese di Io resto sono state realizzate all’interno degli Spedali Civili di Brescia durante la prima, drammatica fase della pandemia.

Un mese dentro la vita di un ospedale, con una videocamera che mostra il fardello emotivo e la gentilezza nei rapporti tra pazienti e personale sanitario durante lo scoppio della pandemia da Covid-19, ormai due anni fa. Tutto ciò è stato possibile grazie a Michele Aiello, regista che all’interno degli Spedali Civili di Brescia ha girato Io resto, un documentario ambientato proprio dove l’emergenza è stata più dura e drammatica, e prodotto dal regista stesso insieme a Luca Gennari e Zalab, in collaborazione con Rce Foto Verona e Comune di Brescia.

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La presentazione del film è prevista domani, 18 marzo, a Roma. Parteciperanno Filippo Anelli, presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici), Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi (Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche), e rappresentanti degli Ordini dei medici e degli infermieri di Roma.

“Il rispetto verso i testimoni di questa storia non è stata l’unica sfida di questo progetto – dichiara Michele Aiello –. Di fatto, io e Luca Gennari abbiamo scritto la storia mentre la filmavamo. Uno dei pochi punti fissi che ci ha guidato fin dai primi giorni di ripresa è stato dirsi che questa storia avrebbe potuto solo essere collettiva, e così poi è stato. Il punto di vista, invece, si è costruito naturalmente nello stare lì. Pian piano siamo diventati anche noi parte integrante di quella cosa che stavamo vivendo e filmando, compagni di viaggio di tutte le persone di questa storia”

.

La diffusione del film avviene al cinema e in qualsiasi luogo di aggregazione sociale e di formazione universitaria. Infatti il documentario aderisce alla filosofia della Distribuzione Civile (#soloalcinema), un modello che non considera solo il circuito delle sale, della fruizione tivù o tramite piattaforma, ma consente a chiunque, cittadini e associazioni, di proiettare il film in un luogo pubblico ritenuto opportuno, con spettatori che vivono l’esperienza della visione insieme, fianco a fianco.

Redazione Nurse Times

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