Contratto sanità, la rabbia di Recchia (Fials): “Ci siamo trovati una bozza diversa da quella che pensavamo”

Il componente della segreteria nazionale spiega la mancata firma sulla pre intesa relativa al rinnovo del contratto nel comparto che riguarda anche 440mila infermieri. “L’avanzamento professionale riconosciuto solo sulla carta. In pratica non ci sono nuove risorse”

 

ROMA – La sorpresa che ha il sapore della beffa: uno 0,30 per cento in meno, nella quota prevista per l’aumento in busta paga nel rinnovato contratto per il comparto sanità, che ha spiazzato chi era seduta al tavolo della trattativa nella sede dell’Aran.

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Una sorpresa che spiega la mancata firma apposta alla pre intesa sul rinnovo contrattuale che riguarda anche i 440 mila infermieri italiani, da parte del sindacato Fials. “Non ci aspettavamo quel ribasso” commenta Gianni Recchia, componente della segretaria nazionale, raggiunto telefonicamente dalla redazione di Nurse Times. Inizialmente era previsto un aumento del 3,48 per cento così da arrivare ai famosi 85 euro in più in busta paga ed invece, sul tavolo della trattativa i sindacati si sono ritrovati con una bozza di contratto che prevedeva un aumento del 3,18 per cento

.

Quello 0,30 mancante potrebbe apparire quota infinitesimale a chi non naviga nelle questioni contrattuali, ma fotografa a giudizio di Fials, una presa in giro: “In pratica nel nuovo contratto abbiamo trovato le risorse che già c’erano” spiega Recchia. Quindi niente soldi per i nuovi incarichi o le indennità, tanto per rendere l’idea. “In pratica con il nuovo contratto – spiega ancora il rappresentante della Fials – alle professioni sanitarie viene riconosciuto un avanzamento di ruolo ma solo sulla carta”.

Per questo il sindacato Fials ha deciso di non firmare (come altre sigle sindacali) la pre intesa che adesso andrà all’attenzione del Consiglio dei Ministri, poi del Ministero delle Finanze e alla Corte dei Conti, prima di tornare (entro due mesi) all’Aran per la firma definitiva.

Lunedì, intanto, la Fials ha convocato la segretaria nazionale per discutere l’esito della lunga trattativa romana (andata avanti per un giorno ininterrottamente) e decidere quali azioni intraprendere contro una bozza di contratto che nascondeva un’amara sorpresa.

 

Salvatore Petrarolo

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