Terminato il countdown per l’estate, è necessario affrontare la stagione e il caldo torrido con le giuste raccomandazioni. Il sistema di termoregolazione del corpo si altera e innesca le reazioni per dissipare il calore in eccesso, primo tra tutti con il sudore. Il caldo provoca disidratazione e aumento della temperatura corporea. Occorre, quindi, reintrodurre i liquidi persi e abbassare il più possibile la temperatura corporea.
Attenzione, però, a cosa bere. Gli unici liquidi senza un carico pesante di zuccheri sono acqua, infusi e tisane senza zuccheri o dolcificanti. La chiave ultima per affrontare le alte temperature resta senza dubbio la disponibilità di liquidi, vitamine, sali minerali e antiossidanti attraverso frutta e verdura. Tuttavia, in caso di umidità molto elevata, il sudore non evapora e il calore corporeo non viene eliminato in modo efficace. Ecco che la temperatura corporea aumenta e può arrivare a danneggiare diversi organi vitali.
La temperatura corporea aumenta rapidamente in 10-15 minuti, anche fino a 40-41°C, la pressione arteriosa diminuisce repentinamente, la pelle appare secca e arrossata. In caso di episodio di colpo di calore occorre rivolgersi ai servizi sanitari di emergenza-urgenza o ai propri professionisti sanitari di riferimento. Nell’attesa è opportuno distendere la persona in un luogo fresco e ventilato, con le gambe sollevate rispetto al resto del corpo, porre una borsa di ghiaccio sulla testa, avvolgere la persona in un lenzuolo o un asciugamano bagnato in acqua fredda, reidratare con acqua e non somministrare mai bevande alcoliche.
Si raccomanda anche l’uso di scarpe aperte, vestiti chiari e leggeri non aderenti in fibre naturali, come cotone o lino. Le condizioni di caldo estreme, inoltre, possono peggiorare la salute di persone con patologie preesistenti. Si raccomanda, pertanto, di non uscire nelle ore più calde e di evitare l’esposizione diretta al sole. Sono sconsigliate anche le passeggiate in aree trafficate, perchè si incrementano i livelli di ozono nell’aria. In presenza di un elevato irraggiamento solare, questo inquinante può causare disturbi respiratori,p ed è pericoloso per i bambini asmatici e i malati di bronco-pneumopatia cronico-ostruttiva. Se si resta a casa, però, non impostare l’aria condizionata sotto i 24°C, facendo in modo che il passaggio dal caldo al freddo sia sempre graduale.
Graffiare e grattare il rigonfiamento derivato dalla puntura di zanzara fino a farlo sanguinare può essere il primo passo per un’infezione batterica della pelle. In caso di infezione si presenterà gonfiore dei linfonodi, un arrossamento diffuso intorno alla puntura della zanzara e striature rosse che si estendono oltre il morso iniziale. L’infezione di una puntura di insetto può far produrre alla pelle anche pus e dare brividi, con febbre sopra i 38°C.
Se la visita medica conferma l’infezione, sarà necessario un ciclo di antibiotici. In alternativa, il consiglio è di pulire il morso di zanzara sospetto di infezione con acqua e sapone e poi di applicare una crema antibiotica e cortisonica da banco. Questo, infatti, contribuirà a ridurre il gonfiore e il prurito. Se si applica anche un impacco con il ghiaccio nell’area si otterrà l’effetto di ridurre l’infiammazione e di sentire un po’ meno dolore. In linea generale si ricorda di non grattare la puntura, resistendo alla sensazione di prurito. Per evitare che i bambini lo facciano inconsapevolmente è possibile applicare dei cerotti protettivi.
Non devono mai essere usate acqua dolce, alcol o ammoniaca in quanto favoriscono la rottura delle vescicole, con conseguente peggioramento dell’effetto urticante e della flogosi e l’aumento in modo significativo della vasodilatazione locale, con la conseguenza di un più facile assorbimento della tossina. Se non si può disporre di acqua di mare riscaldata è preferibile rimanere in acqua e asportare accuratamente le vescicole che contengono le sostanze urticanti utilizzando l’acqua di mare stessa.
Un aspetto da ricordare: il lavaggio continuo non deve comportare lo sfregamento della parte di cute sulla quale è avvenuto il contatto, in quanto peggiorerebbe la flogosi. Per rimuovere il ”tessuto” della medusa eventualmente rimasto possono essere usati i bastoncini dei gelati. Dopo la rimozione del tessuto della medusa dalla cute applicare localmente ghiaccio (e non direttamente a contatto sulla cute per non causare ustione da freddo) e pomate al cortisone. Infine, utilizzare aceto, eventualmente diluito al 50% con acqua di mare tiepida-calda, lasciato come un impacco sulla zona lesionata per almeno un quarto d’ora. Se è disponibile, risulta molto utile il gel al cloruro di alluminio.
Se il contatto è avvenuto su una superficie ampia, in particolare nei bambini, è sempre consigliabile consultare un professionista sanitario o un pronto soccorso. Nel caso in cui dovessero insorgere anche a distanza di qualche ora sintomi quali dispnea, nausea, vomito e malessere generale è necessario rivolgersi presso il pronto soccorso più vicino in quanto questi sintomi potrebbero essere una manifestazione della tossina entrata in circolo. Che sia allora un’estate sicura e all’insegna del benessere.
Anna Arnone
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