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Condannato ex infermiere e indagato ortopedico per vendita di certificati falsi

In una sconcertante violazione dell’etica medica, un ex infermiere pensionato del Santo Spirito (Roma) è stato condannato a tre anni di carcere per corruzione, mentre un ortopedico è attualmente sotto indagine.

Il caso, emerso dalle indagini condotte dai carabinieri del Nas e del Comando provinciale, rivela un intricato schema di frode che ha coinvolto la vendita di certificati medici falsi per ottenere benefici illeciti.

Le operazioni illecite si sono svolte tra marzo e giugno del 2022, con almeno sei certificati falsi accertati. Tuttavia, il numero reale dei beneficiari rimane ancora indeterminato. I pazienti, convinti di avere diritto a certificati legittimi, hanno pagato circa 120 euro per documento, ignari dell’inganno orchestrato dall’ex infermiere.

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Secondo il pubblico ministero Gennaro Varone, alcuni certificati presentavano patologie esistenti aggravate sulla carta, mentre in altri casi i disturbi venivano addirittura inventati senza effettuare visite di accertamento. Questa truffa avrebbe consentito ai pazienti di ottenere permessi di assenza dal lavoro per malattia, accesso a pensioni di invalidità e contributi economici, oltre a diritti alle agevolazioni di legge per l’accompagnamento di familiari invalidi e permessi speciali per parcheggiare in spazi riservati ai disabili.

L’ex infermiere avrebbe agito come intermediario, presentando la possibilità di ottenere certificati regolari in breve tempo.

Le accuse affermano che sia lui che l’ortopedico avrebbero ottenuto denaro “per il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio”, rilasciando certificazioni ortopediche senza effettuare visite. Il medico avrebbe attestato falsamente la sua qualità di medico curante, enfatizzando anche patologie inesistenti.

La Procura sostiene che i due avrebbero lavorato insieme per rilasciare “certificazioni precostituite al riconoscimento dell’invalidità civile per un numero indeterminato di beneficiari”. L’ortopedico avrebbe ricevuto circa 100 euro per ogni certificato dal’ex infermiere, che a sua volta riscuoteva contanti dai pazienti in cerca di un riconoscimento di invalidità.

Il procuratore sottolinea che i pazienti sono stati ingannati, convincendoli falsamente di avere diritto a quegli attestati. Questo sconcertante scandalo mette in luce la necessità di rafforzare i controlli e la trasparenza nel sistema sanitario per evitare abusi simili in futuro.

Redazione NurseTimes

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