Infermieri

CoAS Medici, infermieri e Triage: la replica della Fnopi

Fnopi: il Triage in Pronto Soccorso “è una funzione infermieristica effettuata da personale con appropriate competenze e attuata sulla base di linee guida e protocolli in continuo aggiornamento. L'infermiere di Triage è dotato di autonomia professionale, in relazione alle competenze acquisite durante il corso di formazione”

La Fnopi interviene in seguito alla nota “allarmista” del CoAS Medici (VEDI articolo) che definiva “pericoloso affidare il Trige agli infermieri” e lo fa attraverso un post su Facebook

“In merito agli attacchi strumentali e privi di fondamento logico, scientifico e anche normativo-giuridico, sulla competenza degli infermieri nel triage ospedaliero, questa Federazione ritiene di non dover alimentare sacche di provocazione che oltre a lasciare il tempo che trovano, abbandonate a sé stesse sono ovviamente destinate a finire nel nulla.

Advertisements


SCARICA LA TUA TESI


Nella legislazione italiana il Triage è definito fin dal 1996, in particolare tramite l’attuazione del decreto n.76/1992, che afferma come in ogni dipartimento di emergenza e accettazione debba essere prevista questa funzione come primo momento di accoglienza e valutazione dei pazienti afferenti al Pronto soccorso. “Tale funzione – dice il decreto – è svolta da personale infermieristico adeguatamente formato, che opera secondo protocolli prestabiliti dal dirigente del servizio”.

Presupposti questi riconfermati nell’Atto di Intesa Stato Regioni del 17/5/96 e dalla Raccomandazione n 15 del febbraio 2013 del ministero della Salute nonché dalle ultime linee guida ministeriali che ribadiscono che il Triage in Pronto Soccorso “è una funzione infermieristica effettuata da personale con appropriate competenze e attuata sulla base di linee guida e protocolli in continuo aggiornamento. L’infermiere di Triage è dotato di autonomia professionale, in relazione alle competenze acquisite durante il corso di formazione”

Le stesse sentenze della Cassazione che hanno alimentato le polemiche, non descrivono gli infermieri quali “colpevoli” di prestazioni improprie, ma definiscono le loro azioni in merito ai protocolli, alle linee guida e alle funzioni del triage ospedaliero, sottolineando come anche in uno dei due casi descritti fino al momento dell’intervento dell’infermiere la situazione rispecchiava la buona pratica infermieristica.

Inoltre, le sentenze della Cassazione sono solo alcuni esempi di situazioni che ovviamente coinvolgono tutte le professioni: ragionando strumentalmente come in questo alcuni hanno fatto, si potrebbe affermare che ogni professione, dal medico a chiunque altro, che incorre in percorsi giudiziari legati all’esercizio della sua funzione non debba più esercitare la sua professione.

È dannoso quindi rispondere a polemiche strumentali che se portate all’ordine del giorno dell’opinione pubblica innescherebbero solo polemiche dalle quali nessuno uscirebbe indenne.

Dalla parte degli infermieri c’è la legge, le buone pratiche e in questo specifico caso l’esperienza consolidata di decenni e questo, per ora, deve essere sufficiente internamente alla nostra professione per non alimentare scontri diretti che non porterebbero alcun vantaggio né agli infermieri e neppure agli stessi medici.

Riportando le conclusioni dell’articolista, il giurista Luca Benci, alle due sentenze in commento infatti si legge:

“Diverso è il caso del pronto soccorso di Rieti dove il quadro clinico prospettato era compatibile con il codice verde sia in fase di valutazione che di rivalutazione. Solo successivamente il quadro si è aggravato. Per la seconda volta la Corte di cassazione ha tenuto conto che il codice giallo non avrebbe cambiato le sorti del paziente anche in virtù del sovraffollamento. Il giudizio controfattuale, svolto dalla Corte di appello di Roma, è stato ampiamente censurato dai giudici della cassazione. Per altro, è stata rilevata, nell’iter processuale, ‘l’impossibilità per il triagista di cambiare il codice di accesso con il computer; soltanto i medici avrebbero potuto farlo, una volta ricevuto il paziente in sala medicheria’. Questo è un problema legato alla documentazione sanitaria e alla sua immodificabilità da parte di chiunque”.

Il tutto spiegando che l’analisi è stata condotta alla luce dell’espressione della Cassazione sul sovraffollamento dei pronto soccorso, con un riferimento al triage globale oggi sposato dalle nuove linee di indirizzo del triage.

E i riferimenti nella letteratura più recente illustrati e richiamati da Benci sono sul manuale del Triage infermieristico del Gruppo di formazione al triage (GFT), (IV edizione, Mc Graw Hill, 2019), composto sia da infermieri che medici.

Redazione Nurse Times

Allegati

Redazione Nurse Times

Leave a Comment
Share
Published by
Redazione Nurse Times

Recent Posts

Per la prima volta in Italia riparata la valvola mitrale grazie a un anello chirurgico introdotto per via percutanea

La procedura, eseguita su un paziente ultraottantenne, ha permesso la correzione di una insufficienza funzionale della…

28/07/2024

Infermieri esclusi dal riconoscimento di lavoro usurante: protestano gli infermieri del Piemonte e Valle D’Aosta

Roma, 24 luglio 2024 – La recente approvazione alla Camera di un ordine del giorno,…

28/07/2024

Asst Niguarda di Milano: concorso per 5 posti da infermiere

L'Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano ha indetto un concorso pubblico, per titoli ed…

26/07/2024

Crollo a Scampia: la tragedia raccontata nel toccante post di un’infermiera dell’ospedale Santobono

Ha provocato tre morti e dodici feriti, il cedimento di un ballatoio di collegamento a Vela…

26/07/2024

Verona, infermieri e oss del Policlinico di Borgo Roma in stato di agitazione: “Turnistica massacrante”

Parlano di “turnistica insostenibile e massacrante” che ha portato alla sistematica perdita dei turni di…

26/07/2024

Muore dopo una cena a base di pesce: medico e infermiere indagati per omicidio colposo

Patti (Messina) – Un medico e un infermiere sono stati iscritti nel registro degli indagati…

26/07/2024