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CNAI–UIL FPL: ‘No’ unanime all’Assistente Infermiere per la sicurezza dei pazienti

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Assistente infermiere, appello Cnai alle istituzioni: "Fermate tutto!"
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Si è concluso ieri il Convegno ECM “Assistente Infermiere: Analisi multidisciplinare e giuridica” che ha visto uniti in un evento congiunto tra UIL FPL e CNAI, sotto la responsabilità scientifica di Walter De Caro (Presidente CNAI) con Simone Selvaggio (Segretario Nazionale UIL FPL) e la  partecipazione di Rita Longobardi (Segretario Generale UIL FPL)
Il verdetto è unanime: questa figura rappresenta un pericolo per la sicurezza dei pazienti.

Manuel Ballotta (EFN) ha sottolineato come la carenza di infermieri non possa essere risolta abbassando le qualifiche o creando profili ambigui. Questi profili generano confusione terminologica e compromettono la fiducia del pubblico nel sistema sanitario. “Stiamo assistendo a un pericoloso processo di ‘Task Shifting’ che svaluta la professione infermieristica, danneggiando ulteriormente la retention dei professionisti già colpiti da stipendi inadeguati, burnout e condizioni di lavoro non sicure”.

Interventi e argomentazioni

Walter De Caro ha evidenziato il paradosso italiano che sta creando un precedente pericoloso. Questo mette a rischio la sicurezza dei pazienti. Con sole centinaia di ore di formazione aggiuntiva, di cui parte in FAD, si pretende di attribuire competenze che richiedono anni di studio universitario e pratica clinica. Gli infermieri sono l’airbag della società, come ci ha ricordato la pandemia. Tuttavia, stiamo sistematicamente depotenziando questa protezione vitale. “Servono investimenti seri nella formazione universitaria, non scorciatoie che consentano la sostituzione degli infermieri e compromettono la qualità dell’assistenza.”

Mara Pavan (APSILEF) ha lanciato l’allarme sulla doppia responsabilità che ricadrà sugli infermieri con la legge Gelli-Bianco. Questa situazione esporrà tutti a rischi legali e di danno verso i pazienti. Potenziali contenziosi potrebbero paralizzare il sistema.

Maura Lusignani (UNIMI) ha posto la domanda chiave: “Possono con poche centinaia di ore di formazione, parte in FAD, garantire gli standard che gli infermieri raggiungono con tre anni di università e tirocinio?”

Stefania Di Mauro (UNIMIB) ha fatto presente le difficoltà attuative del provvedimento e la peculiare incoerenza di azione.

Proposte e riflessioni alternative

Angelo Minghetti (MIGEP) e Antonio Scarcella (Sindacato SHC) hanno espresso una interessante riflessione sulla necessità di una modifica del paradigma assistenziale. Si deve valorizzare e co-evolvere gli OSS riflettendo le necessità dei cittadini. Inoltre, si prevede una formazione di livello adeguato attraverso innovativi istituti soci sanitari.

Partecipazioni e moderazione

Si ringrazia per la partecipazione Ivan Bufalo (OPI Torino) che ha espresso il punto di vista del suo ordine provinciale in merito all’Assistente infermiere. Hanno anche parlato della loro azione volta a sviluppare percorsi di massima condivisione tra accademia e rappresentanza a vario titolo per l’avvio della formazione. Un grazie a Fiorella Fabrizio e Aviano Rossi per la moderazione della tavola rotonda.

Quadro generale e criticità

Il quadro che emerge è desolante: mancano oltre 100.000 infermieri rispetto alla media europea, i nostri laureati fuggono all’estero per stipendi dignitosi (-30% rispetto all’UE). Non riusciamo ad aumentare i posti all’università e ad attrarre nuovi studenti. Abbiamo una percentuale elevatissima di violenze sul lavoro. La risposta frettolosa del sistema è creare una figura sottopagata e sottoformata che sottrae risorse a OSS e professioni sanitarie. Tuttavia, non risolve il demansionamento ed aumenta i rischi per la sicurezza delle cure.

Ulteriori criticità

Ulteriori criticità emerse: gli OSS vedono  modificarsi le prospettive di possibile di avanzamento di carriera. I titoli OSS  hanno già livelli formativi reali diversi tra regioni e con questa figura, si rischia di fare un passo indietro di oltre 30 anni, con la battaglia per avere “infermieri” formati solo alle università.

Critiche alla FNOPI

La platea ha evidenziato la peculiare posizione  FNOPI. Questa si è palesemente schierata a favore di questa figura ibrida, senza tener conto di 17.000 firme. Hanno ignorato il parere contrario della maggioranza dei Sindacati e delle Società scientifiche italiane ed europee. Inoltre, continuano a spingere per l’approvazione di percorsi come 2 anni di magistrale volti ad un riconoscimento minimale della prescrizione, solo di presidi e ausili sanitari di base. Una ulteriore riforma monca si prospetta per la professione infermieristica.

Visione europea e necessità di formazione

In Europa e nel mondo c’è bisogno di garantire accesso alle cure e di percorsi di studio. Questi devono consentire a diversi livelli infermieri la capacità prescrittiva, dal livello generalista a quello specialista e di pratica avanzata.

Richieste finali e documento congiunto

La Segretaria UIL – Unione Italiana del Lavoro FPL Rita Longobardi ha chiuso i lavori. Ha annunciato un documento congiunto con CNAI e le altre rappresentanze che chiederà:

La sospensione immediata dell’assistente infermiere, la revisione della formazione OSS a livello nazionale con percorsi univoci. Anche la valorizzazione delle competenze avanzate infermieristiche con prescrizione farmacologica. L’aumento dei posti nelle università, e solo dopo, sentita la voce di tutti gli stakeholder incluse le associazioni dei pazienti, valutare se serva una nuova figura con formazione universitaria nazionale non modificabile dalle regioni.

Redazione NurseTimes

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