In vista dell’udienza del TAR Lazio, FNOPI si è costituita ad opponendum: Nursing Up insiste nel ricorso contro il DPCM che recepisce l’Accordo Governo–Regioni sull’istituzione della nuova figura professionale. Il confronto si gioca su formazione, qualità delle cure e soluzione alla carenza di personale.
ROMA 22 SETT 2025 – In vista dell’udienza al TAR del Lazio, secondo gli atti di causa, la Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) si è costituita ad opponendum nel procedimento promosso da Nursing Up contro il DPCM che recepisce l’Accordo Governo–Regioni istitutivo dell’“assistente infermiere”.
«Difendere la professione significa, prima di tutto, difendere la formazione, le competenze e la qualità delle cure — dichiara Antonio De Palma, presidente Nursing Up —. Per questo, sulla figura dell’“assistente infermiere”, abbiamo scelto la via giudiziaria: per chiedere investimenti veri e per contestare scorciatoie che, a nostro giudizio, non offrono garanzie di sicurezza ai pazienti né ai professionisti».
Il sindacato sottolinea che la battaglia non riguarda solo un ricorso tecnico, ma il futuro stesso della professione: «Riteniamo che la nuova figura, per come delineata nei testi ufficiali, rischi di essere utilizzata come misura tampone alla carenza di personale, senza un piano organico di rilancio e valorizzazione degli infermieri abilitati».
Nursing Up ribadisce di aver contestato sin dall’inizio l’Accordo istitutivo, di denunciare i rischi di affidare — anche se formalmente in regime di supervisione — attività sanitarie ed assistenziali delicate a figure con percorsi formativi non comparabili alla laurea infermieristica, e di chiedere alla politica investimenti strutturali su assunzioni, percorsi di carriera e valorizzazione delle competenze.
«La nostra battaglia non si fermerà finché non verranno date risposte concrete agli infermieri e ai cittadini che ogni giorno affidano la loro salute al Servizio sanitario nazionale», conclude De Palma.
Redazione NurseTimes
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