Egregio Direttore di NurseTimes,
dopo il Veneto, anche la Lombardia sta per partorire il “vice infermiere/assistente” con 300 ore di formazione.
In Regione Veneto viene chiamato “super oss”, in Regione Lombardia nascerà un oss che sostituirà l’infermiere con 300 ore di formazione, con competenze espressamente infermieristiche che si potrà definire “vice infermiere/assistente/collaboratore”; in parallelo nascerà il “Vice Medico/super infermiere”. Gli infermieri sostituiranno i medici di base, l’oss a basso costo fronteggerà la carenza infermieristica nelle strutture residenziali, semiresidenziali e domiciliari con competenze infermieristiche.
Una proposta appoggiata su travi di legno piene di tarli. Tutto questo determina un salto nel buio; siamo di fronte a una situazione molto confusa e pericolosa. Non ci saranno nuove assunzioni, non si andrà a colmare la carenza di organico, saranno sempre gli stessi operatori in servizio a essere riqualificati: stesso numero di personale, stesso operatore, più competenze, più responsabilità, stesso salario.
La Regione Lombardia nell’incontro del 13 giugno ha chiesto espressamente ai componenti del tavolo di appoggiare fortemente la sperimentazione della nuova figura oss che la regione intende mettere in atto. Informando, che non tutti potranno accedere alla formazione poiché ci saranno delle selezioni, senza evidenziare come, il numero degli operatori da formare, le ore di formazione; non hanno indicato quali sono gli enti formativi, i costi. Vogliono darle un nuovo nome che non sia ossfc.
Precisando che i costi della formazione saranno tutti a carico della regione, anche se non hanno tanti fondi a disposizione. Informando che le regioni si sono riunite a Roma chiedendo al Ministro della Salute di appoggiare le loro iniziative definendole sperimentazioni, con il consenso dello stesso Ministro. Ora ci aspettiamo dalle alte regioni altre nuove figure di oss, in attesa della nuova figura che dovrà nascere a livello nazionale.
Intorno a questo tema si notano molti nodi irrisolti che rendono indispensabile un accurato approfondimento di questa figura nel panorama giuridico, legislativo e contrattuale da parte degli stessi operatori socio sanitari.
Rimane aperta la questione di fondo, le domanda che ci poniamo: è corretta creare una nuova figura per rispondere alla carenza infermieristica? oppure è un palliativo?
Intendiamo evidenziare che viene a mancare una programmazione reale perché la carenza infermieristica è ciclica e denunciata da anni. Non siamo contrari in linee di principio all’evoluzione dell’operatore socio sanitario, e non siamo contrari all’acquisizione delle ulteriori competenze; siamo contrari al sistema che viene intrapreso in modo sfavorevole alla crescita professionale. Bisogna vedere un diverso inquadramento del personale, devono essere programmate e concertate e condivise attraverso un osservatorio nazionale, poiché questa situazione sarà oggetto a qualsiasi ricorso davanti al giudice del lavoro.
Sul tema della somministrazione dei farmaci, si è rilevato che è stato affrontato con superficialità un problema che non è facilmente risolvibile se non a livello centrale.
Questo panorama non tiene conto della normativa e del quadro generale e delle scarse risorse umane a disposizione, come non da risposte sulla carenza infermieristica. I pochi infermieri in forza non potranno controllare l’attività della nuova figura. Bisogna anche capire se questa figura è in grado di ottemperare alle attività che gli vengono richieste. Non basta la supervisione e l’attribuzione a carico del personale infermieristico, poiché la responsabilità rimane sempre in capo all’infermiere, ma l’azione ricade sulla nuova figura OSS.
La Federazione Migep ha espresso serie perplessità su come verrà utilizzata questa nuova figura professionale, mettendo in evidenza la mancanza del “passaggio” nel panorama giuridico, legislativo, contrattuale, che la rende una professione fantasma.
Bisognerebbe, ed è corretto, visto che le vengono attribuite diverse attività infermieristiche, che queste le siano riconosciute anche contrattualmente ed adeguatamente retribuite, e non solo inserite nell’organizzazione del lavoro. Attendiamo di vedere e valutarla appena ci verrà presentata la proposta.
La Fnopi sta svendendo la professione infermieristica, e svendendo nuovamente l’oss per interessi apicali. Quale sarà la prossima destinazione per questa figura? In tutto questo marasma dove sono i sindacati? Le forze politiche che fanno?
Questa nuove figure (super oss, vice infermiere – eta beta, genio della lampada ecc), porterà nelle strutture residenziali, semiresidenziali e domiciliari e anche in futuro nella sanità pubblica a sostituire gli infermieri. Una corsa al risparmio.
Bisogna rimodellare la figura dell’oss attraverso una formazione europea (diploma di qualifica), una giusta retribuzione economica, competenze chiare che non invadano il campo infermieristico con rischi di denunce penali; bisogna aprire un osservatorio nazionale e regionale con tutti gli attori istituzionali.
La figura dell’oss non deve sopperire la carenza infermieristica, ma deve avere un suo ruolo e un suo profilo.
E’ importante per il cammino verso un riconoscimento negato e ostacolato per troppo tempo, e la sua evoluzione non si esprime a suon di delibere regionali attribuendogli maggior responsabilità.
Comprendiamo questa necessità, ma non condividiamo la forma regionalista della riforma che le Regioni stanno mettendo in atto, questa iniziativa crea un vuoto legislativo, lascia spazio a enormi interrogativi e crea nuove difformità nella formazione.
Il 28 giugno p.v. il Migep parteciperà allo sciopero nazionale organizzato dal sindacato SHC che si terrà a Roma.
Minghetti Angelo
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