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Assistente infermiere, Zega (Fnopi): “Riduce il rischio di demansionamento”

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Zega (Opi Roma) sui sindacati medici "Qui non si tratta solo di arroganza, ma anche di una sensibilità professionale"
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Il vice presidente della Fnopi interviene sul Fatto Quotidiano.

La recente decisione di introdurre la figura dell’assistente infermiere solleva importanti questioni sul futuro del personale sanitario. Maurizio Zega, vicepresidente nazionale della Fnopi, in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, ha spiegato il punto di vista della Federazione, basandosi su modelli anglosassoni e ribadendo alcuni punti che meritano una riflessione critica.

Zega ha dichiarato: “L’assistente infermiere è una figura presente da anni in molti stati anglosassoni. Non nasce per sostituire gli infermieri, ma per supportarli nelle attività di base. La formazione avrà requisiti specifici, di natura sanitaria, diversi da quelli degli oss. Questo permetterà agli infermieri di concentrarsi su compiti più complessi e di ridurre il rischio di demansionamento”.

Zega ha inoltre sottolineato l’importanza di una gestione economica oculata: “Non ha senso assegnare compiti di base a un infermiere laureato, che costa di più. Sarebbe come chiedere a un primario di consegnare la posta prima di andare a operare in ospedale”.

Queste parole, sebbene evidenzino l’intento di ottimizzare le risorse e garantire che gli infermieri possano dedicarsi a compiti specialistici, sollevano anche interrogativi sul valore professionale e sulla possibile svalutazione del ruolo degli infermieri. L’idea è quella di affiancare, non sostituire, ma la strategia si fonda su una logica di risparmio economico che potrebbe mettere a rischio il riconoscimento delle competenze specifiche di questi professionisti.

La proposta dell’assistente infermiere, ispirata a un modello già sperimentato in altri Paesi, richiede un’attenta riflessione. È fondamentale che la formazione degli assistenti infermieri, pur essendo diversa da quella degli operatori socio-sanitari (oss), risulti adeguata a sostenere le crescenti esigenze del sistema sanitario, senza compromettere la qualità dell’assistenza.

Il discorso di Zega sull’assistente infermiere, dunque, invita a riflettere non solo sulle opportunità di maggiore efficienza economica, ma anche sui possibili rischi di una trasformazione che, se mal gestita, potrebbe indebolire il ruolo degli infermieri nel lungo periodo.

Redazione Nurse Times

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