Sarah Nikiforow, MD, PhD, gowning up and then in the CMCF Novel Cell Therapy (NCT) lab. The piece of white equipment and the bench is the Prodigy ( Miltenyi Biotec is the manufacturer). With her in the lab is Helene Negre, PharmD, PhD. Photos taken for Paths of Progress SS 2017 story of CAR T cell therapy. Photo by Sam Ogden.
Oggi le uniche due terapie Car-T approvate dall’Ema, l’Agenzia europea per la sorveglianza sui farmaci, non sono ancora disponibili in Italia a causa della negoziazione sul prezzo. Presentano, infatti, costi ancora proibitivi. Dal momento, però, che nel prossimo futuro sentiremo parlare sempre più spesso di questo genere di cure, sono molte le strategie allo studio per cercare di renderle fruibili a tutti i pazienti idonei a riceverle.
Una di queste iniziative è il Progetto Italia Car-T Cells, promosso dal ministero della Salute. Il gruppo di lavoro ha elaborato un documento dedicato allo sviluppo di queste tecnologie. Anche se i fondi stanziati nell’ultima Legge di Bilancio ammontano a soli 10 milioni di euro, la cifra servirà principalmente alla ricerca. Obiettivi: l’identificazione di nuovi target per le Car-T, la validazione su modelli animali e, infine, l’ottimizzazione dei processi produttivi. In particolare, il Progetto Italia Car-T Cells prevede anche lo sviluppo di una rete di punti pubblici per la produzione delle terapie Car-T.
«Il documento – spiega Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e direttore del dipartimento di Ematologia e oncologia pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma – punta a creare una massa critica tra istituti di ricerca a carattere scientifico, altri istituti in prima linea sulle immunoterapie e la società privata MolMed, allo scopo di sviluppare in due anni percorsi preclinici che, se tutto andrà bene, sfoceranno poi nei trials clinici. L’iniziativa mette a fattor comune una rete di eccellenze italiane ed è aperta a qualsiasi altro soggetto abbia le competenze e l’interesse a partecipare»
.L’idea, dunque, è quella di arrivare a sviluppare le terapie Car-T attraverso una via complementare rispetto a quanto avviene oggi. «Un progetto a lungo termine – dice Locatelli –, con l’obiettivo preciso di giungere a una traslazione clinica nel minor tempo possibile e nel migliore interesse dei malati. È chiaro che il progetto è aperto al contributo delle aziende farmaceutiche interessate».
In attesa della negoziazione del prezzo delle due Car-T già approvate in Italia, per i pazienti ci sono due possibilità per accedere alle terapie: provare a entrare in un programma di uso compassionevole o provare a entrare in una delle sperimentazioni in corso. Il tempo stringe e, se in futuro è lecito pensare a una via italiana per le Car-T, oggi più che mai è necessario dare ai pazienti il maggiore ventaglio possibile di opportunità per accedere a queste terapie.
Redazione Nurse Times
Fonte: La Stampa
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