Campobasso, nuova piattaforma interventistica guidata da immagini attiva al Gemelli Molise

Il dispositivo, chiamato Azurion, permette una visione più accurata, esponendo il paziente e il personale medico sanitario a una minore quantità di radiazioni.

All’ospedale Gemelli Molise di Campobasso è stata inaugurata una piattaforma interventistica guidata dalle immagini di nuova generazione chiamata Azurion. Si tratta del primo angiografo con questa innovativa configurazione presente in una struttura ospedaliera italiana.

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Negli ultimi decenni le pratiche cliniche in tutto il mondo si sono evolute per eseguire con successo procedure complesse, nel modo più sicuro, efficace e meno invasivo possibile, migliorando le performance interventistiche, attraverso uno standard di cura superiore. L’introduzione di procedure chirurgiche mininvasive è così cresciuta notevolmente nel corso degli anni, soprattutto in ambito cardiologico, interventistico oncologico, neurologico e della chirurgia vascolare, dando vita a un segmento ospedaliero completamente nuovo, la sala operatoria “ibrida”, che include dispositivi di imaging, che permettono al chirurgo di utilizzare sia tecniche operatorie tradizionali, che minimamente invasive.

In quest’ottica la nuova piattaforma interventistica operativa al Gemelli Molise è un dispositivo all’avanguardia, che permette una visione più accurata e una migliore definizione delle immagini, esponendo il paziente e il personale medico sanitario a una minore quantità di radiazioni. Per il nuovo angiografo, infatti, sono state sviluppate tecnologie che consentono una “navigazione” senza la necessità di usare la fluoroscopia. Il nuovo software operativo di Azurion, poi, consente una migliore integrazione delle informazioni del paziente in tempo reale, accessibili dai medici attraverso un semplice touch screen.

“Attraverso questa nuova apparecchiatura – spiega Massimo Massetti, direttore del Dipartimento di Malattie cardiovascolari del Gemelli Molise – è possibile vedere contemporaneamente sullo stesso schermo immagini del paziente tratte da più fonti (come ecografie, Tac, ecc.). In questo modo – sottolinea Massetti – è come se il dispositivo creasse una ‘mappa di navigazione’ in grado di guidare l’operatore nella procedura in modo quasi millimetrico, più sicuro e rapido. Ma l’elemento veramente rivoluzionario nel progresso dell’imaging è quello di avvicinare il medico alla visione tridimensionale, anche di un organo in movimento, come il cuore”.

“La cardiologia interventistica per il trattamento della cardiopatia ischemica – dichiara Bindo Missiroli, direttore dell’Unità operativa complessa di Cardiologia ed emodinamica del Gemelli Molise – è una delle prime aree terapeutiche interessate dalle sale angiografiche. Oltre a interventi coronarici percutanei (angioplastiche), è possibile eseguire trattamenti sulle valvole cardiache, come la stenosi aortica, attraverso una procedura chiamata Tavi (Trattamento percutaneo della valvulopatia aortica), che permette di intervenire anche su persone anziane o con comorbilità, che non potrebbero essere sottoposte a un intervento chirurgico tradizionale”.

Importante ricordare, inoltre, la possibilità di effettuare trattamenti sulla valvola mitralica o alcuni difetti congeniti come le anomalie del setto interatriale, membrana che separa l’atrio destro da quello sinistro. Sempre in ambito cardiologico, grazie alla nuova piattaforma interventistica possono essere eseguite, con i massimi standard di sicurezza, procedure altamente complesse inerenti il trattamento delle aritmie cardiache e gli impianti, con successivo management, di dispositivi cardiaci elettronici (pacemaker/defibrillatori automatici), problematiche di competenza dell’Unità operativa di Elettrofisiologia diretta da Matteo Santamaria.

Le procedure per le quali la nuova piattaforma sarà particolarmente utile in ambito elettrofisiologico sono rappresentate da impianti di defibrillatori automatici biventricolari per la terapia di resincronizzazione cardiaca in pazienti affetti da scompenso cardiaco, ablazioni transcatetere di subtrati aritmici complessi (fibrillazione atriale, tachicardie ventricolari) mediante mappaggio elettroanatomico

, anche con approccio ibrido endo-epicardico (superficie interna ed esterna del cuore), ed estrazione transvenosa di elettrocateteri endocardici in caso di infezione o malfunzionamento degli stessi. In particolare, per queste ultime due categorie di procedure (ablazioni complesse, estrazioni transvenose), la nuova piattaforma consentirà un approccio multidisciplinare, con il coinvolgimento contemporaneo di più professionisti (elettrofisiologo, cardiochirurgo, anestesista), finalizzato a ottimizzare l’efficacia e la sicurezza dell’intervento chirurgico.

Anche la Chirurgia vascolare, diretta da Pietro Modugno, trae grande giovamento dal nuovo concetto di sala operatoria ibrida. Per trattare le patologie di tutti i vasi del corpo umano (aorta, carotidi, arterie delle gambe, renali, ecc.). Il chirurgo vascolare può scegliere, a seconda delle caratteristiche del paziente, di eseguire un intervento tradizionale (open), o accostarsi al trattamento mininvasivo.

La nuova sala angiografica estende le opportunità terapeutiche offerte dalla Radiologia interventistica, diretta da Roberto Iezzi, una branca ultraspecialistica della radiologia, in grado di produrre gli stessi risultati clinici di un intervento chirurgico tradizionale, in modo molto meno invasivo. Il campo di applicazione di questa disciplina è pressoché illimitato, e rappresenta un’opzione di trattamento consolidata e documentata per i pazienti oncologici, affiancando, senza contrapposizioni, le altre possibili soluzioni.

“Con la maggior accuratezza di navigazione all’interno dei vasi e di definizione del target terapeutico, permesse dalla nuova piattaforma interventistica – dichiara Iezzi – sarà possibile potenziare le attività di termoablazione e chemioembolizzazione per patologie tumorali, e tutte le procedure su patologie biliari o urinarie. Sarà, inoltre, possibile effettuare procedure di embolizzazione della prostata in pazienti con ipertrofia prostatica e sintomatologia urinaria, dei fibromi, delle emorroidi – se sintomatiche con episodi di rettorragia – o per dolori alle articolazioni maggiori (ginocchio, spalla, gomito), che non rispondono alla terapia farmacologica”.

Un’altra area di applicazione di questa nuova tecnologia è la terapia del dolore, che riveste un ruolo assai importante nella moderna anestesiologia. In ambiente angiografico si praticano trattamenti loco regionali specifici con farmaci antidolorifici che, oltre a essere particolarmente efficaci, non gravano sullo stato di vigilanza del paziente rispetto a un trattamento sistemico.

Con l’auspicio che anche il Gemelli Molise, come tutte le aziende ospedaliere del nostro Paese, non si debba trovare nuovamente nella necessità di riconvertire reparti e personale medico sanitario per l’emergenza pandemica, si stima che il numero di pazienti che potranno giovare di questa nuova tecnologia nelle diverse aree terapeutiche citate sia tra i 3.500 e 4mila l’anno, facendo diventare questo presidio ospedaliero un punto di riferimento all’avanguardia per tutto il Centro-Sud, in grado di rispondere in modo evoluto alle esigenze terapeutiche dei clinici e dei loro pazienti.

Redazione Nurse Times

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