Proponiamo un contributo a cura del collega Antonio Savino (Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano - Caserta).
Proponiamo un contributo a cura del collega Antonio Savino (Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano – Casserta).
Cos’è un S-ICD? L’S-ICD (defibrillatore interamente sottocutaneo) è costituito da un generatore posizionato nel tessuto sottocutaneo o sottomuscolare in regione toracica laterale sinistra collegato ad un elettrodo collocato, sempre a livello sottocutaneo lungo la linea medio-sternale. L’attività cardiaca viene letta su tre vettori diversi acquisendo un segnale simile all’ECG di superficie e la terapia antitachicardica consiste nell’erogazione di uno o più shock ad elevata energia (80J). Il dispositivo può erogare anche un pacing ventricolare per 30” secondi dopo lo shock, ma non può stimolare il cuore in cronico.
L’S-ICD è costituito da un generatore posizionato nel tessuto sottocutaneo o sottomuscolare in regione toracica laterale sinistra collegato ad un elettrodo collocato, sempre a livello sottocutaneo, lungo la linea medio-sternale.
Gli algoritmi di riconoscimento delle aritmie sono diversi da quelli degli ICD tradizionali; questi ultimi sfruttano le tracce endocavitarie, mentre gli S-ICD utilizzano segnali molto simili a quelli degli ECG di superficie, letti su tre vettori diversi.
2. L’S-ICD può essere impiantato in tutti i pazienti con indicazioni ad ICD? Vista l’impossibilità di eseguire stimolazione cardiaca, l’S-ICD non è utilizzabile nei pazienti con indicazione o potenziale indicazione a pacing per bradiaritmie, nei pazienti con necessità di resincronizzazione e in quelli con storia (o elevata probabilità) di tachicardie ventricolari monomorfe potenzialmente trattabili con pacing anti-tachicardico (ATP), non disponibile negli attuali S-ICD.Inoltre, tutti i pazienti candidati a S-ICD devono eseguire prima dell’impianto un particolare “screening” del segnale elettrocardiografico, talora anche durante sforzo, per valutare la capacità del dispositivo nel riconoscere correttamente il segnale ventricolare.3. Quali pazienti possono beneficiare maggiormente di un S-ICD?
L’S-ICD può essere proposto a tutti i pazienti con indicazione a ICD in prevenzione primaria o secondaria ma senza storia di TV monomorfe e che non necessitino di stimolazione cardiaca. L’assenza di elettrodi intravenosi ed intracavitari lo rendono particolarmente indicato nei soggetti giovani, con lunga aspettativa di vita ma con elevato rischio di aritmie polimorfe (sindrome del QT lungo, sindrome di Brugada, cardiomiopatia ipertrofica, ecc.).Il dispositivo è particolarmente indicato anche nei soggetti con accesso venoso complesso o impraticabile (occlusione della vena succlavia/tronco anonimo) o anomalie anatomiche (per esempio cardiopatia congenite complesse).La diversa posizione della tasca sotto l’ascella, lontano dall’articolazione della spalla, permette una maggiore libertà di movimento dell’articolazione, a beneficio dei soggetti più attivi fisicamente. Infine, grazie alla posizione più “nascosta” della tasca, soprattutto nelle donne, vi può essere un certo beneficio anche dal punto di vista estetico.
4. L’efficacia nel trattare le aritmie è analoga a quella degli ICD tradizionali Fin dagli studi preliminari è emerso come gli S-ICD siano in grado di interrompere sostanzialmente tutti gli episodi di TV/FV, circa nel 90% al primo tentativo. L’efficacia pertanto sembra analoga o addirittura superiore a quella degli ICD tradizionali.
5. L’efficacia nel discriminare le aritmie è analoga a quella degli ICD tradizionali In assenza di elettrodi endocavitari, il sistema di riconoscimento delle aritmie si basa sull’acquisizione di un segnale simile all’ECG di superficie su 3 derivazioni, selezionando quella col migliore rapporto fra onda R e onda T e su algoritmi di riconoscimento (che combinano frequenza, morfologia dei battiti, loro successione e ampiezza dei QRS) per la discriminazione delle aritmie sopraventricolari, fino ad un determinato limite di frequenza ventricolare; superato tale limite opera solo il criterio della frequenza.Nello studio EFFORTLESS S-ICD gli interventi inappropriati sono stati del 7% nel corso dei primi 18 mesi di follow-up, dato analogo se non inferiore a quello degli ICD tradizionali. Nella maggioranza dei casi (circa 90%) gli interventi inappropriati sono stati causati da oversensing dell’onda T. In 7 casi (su 472 pazienti) è stato erogato uno shock su aritmie sopraventricolari, in 6 perché è stata superata la frequenza massima entro la quale veniva eseguito il riconoscimento ed in 1 caso per variazioni della morfologia del QRS.
-PROTOCOLLI ASSISTENZIALI-
L’infermiere di reparto, il giorno di posizionamento di un impianto di S-ICD cardiaco:
Dott. Antonio Savino UOC Cardiologia interventistica UOSD Elettrostimolazione cardiaca AO Sant’Anna e San Sebastiano – Caserta
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