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Asl Bari, attiva ad Altamura la farmacia che elabora prodotti con cannabis terapeutica

La materia prima arriva da Firenze, per poi essere trasformata in farmaci di supporto o sostitutivi di terapie tradizionali inefficaci su determinati pazienti.

E’ attiva ad Altamura la prima farmacia pubblica della Asl Bari in grado di produrre farmaci personalizzati a base di cannabis. Infiorescenze di cannabis diventano così cartine per decotti o da vaporizzare, oppure capsule apribili per trattare diverse patologie.

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La cannabis terapeutica parte dallo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze e arriva al laboratorio di galenica, clinica della farmacia territoriale di Altamura, dove viene poi trasformata in farmaci. Tre farmaciste e una specializzanda, utilizzando beute, alambicchi e bilance di precisione, trasformano la materia prima in terapie personalizzate al milligrammo, su indicazione dei medici prescrittori.

“La nostra – dice la farmacista Filomena Cavalleraè la prima farmacia pubblica del territorio a ritirare direttamente la cannabis e a lavorarla per garantire ai pazienti farmaci personalizzati, allestiti in laboratorio in base alle implicazioni delle diverse patologie e alla posologia e formulazione richieste”.

La farmacia potrà soddisfare la richiesta proveniente dall’intera Asl. “E’ l’obiettivo su cui siamo tutte impegnate – spiega ancora Cavallera –. In questa fase possiamo utilizzare solo la cannabis di Stato, con quantitativi limitati. Più avanti potremo aumentare l’attività con la materia prima proveniente da altri canali di approvvigionamento autorizzati all’importazione. L’aspetto ancora più importante riguarda i pazienti, che adesso possono ricevere i farmaci nella nostra farmacia, evitando lunghi spostamenti in giro per la provincia”

.

“La cannabis terapeutica – spiega Felice Spaccavento, medico rianimatore e direttore delle Cure palliative dell’Asl Bari –, grazie alle sue molteplici proprietà, ha una miriade di impieghi, spesso di supporto o sostitutivi di terapie tradizionali inefficaci su determinati pazienti”.

Redazione Nurse Times

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