Un nuovo impianto, munito di intelligenza artificiale, per tenere sotto stretto controllo le aritmie. A impiantarlo, per la prima volta al mondo in un uomo, è stato il professor Luigi Di Biase, nato e laureato a Bari, figlio d’arte (il padre, Matteo, ha diretto cattedra e reparto di Cardiologia all’Università di Foggia), ordinario di Cardiologia e direttore dei Servizi di Aritmologia all’Università Albert Einstain di Montefione, New York City.
Il ritmo cardiaco è attualmente controllato da dispositivi impiantati sottocute, in grado di registrarlo per due-tre anni e permettere di effettuare le diagnosi in pazienti che presentano sintomi poco frequenti o addirittura assenti. Ma gli errori non mancano, e i dati diventano talvolta fuorvianti. Proprio per ridurre al minimo gli errori è stato progettato il nuovo dispositivo, che permette diagnosi molto più accurate e, in particolare, fa distinguere con precisione le aritmie atriali da quelle ventricolari.
Le aritmie sono disturbi del ritmo cardiaco o della frequenza cardiaca (cioè del numero di battiti al minuto), troppo veloce (tachicardia), troppo lentamente (bradicardia) o completamente irregolare (fibrillazione atriale, ecc.). A volte creano anomalo riempimento e invio insufficiente e/o irregolare di sangue dal cuore agli organi (cervello, cuore, reni, ecc.), creando danni anche gravi, a volte irreparabili, con morte quasi subitanea. Ogni anno si verificano 50-100 morti cardiache improvvise per ogni 1.000 decessi.
“Sono entusiasta del nuovo algoritmo e dell’intelligenza artificiale di Biomonitor IV – ha affermato Di Biase -. I dati mostrano che queste nuove funzioni hanno il potenziale per ridurre i falsi allarmi per i nostri pazienti e ci consentono di concentrarci su eventi reali, fornendo un’assistenza più efficiente. Le tecnologie all’avanguardia continuano a espandere i confini dei progressi medici, potenziando le possibilità professionali degli operatori sanitari e migliorando la vita dei pazienti in tutto il mondo”.
Redazione Nurse Times
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