Normative

Approdo alla Camera del Ddl sulle aggressioni agli operatori sanitari: la soddisfazione di Cisl Medici Lazio

Il segretario generale Luciano Cifaldi: “Finalmente un fatto concreto”.

“È con grande soddisfazione che accogliamo la notizia, perché insieme al collega Benedetto Magliozzi, segretario generale della Cisl Medici di Roma Capitale / Rieti, abbiamo incessantemente evidenziato e denunciato all’opinione pubblica i ricorrenti episodi di violenza. Una battaglia di civiltà e tolleranza zero sono stati i nostri slogan, che hanno avuto un ascolto crescente da parte delle istituzioni e della classe politica, messe di fronte a un’evidenza ormai innegabile a fronte degli avvenimenti quotidiani”. Così Luciano Cifaldi, segretario generale della Cisl Medici Lazio, commenta l’approdo alla Camera dei deputati del disegno di legge sulle aggressioni agli operatori sanitari.“Mai si sarebbe immaginata – prosegue la Cisl Medici Lazio – la sequenza interminabile di aggressioni ai camici bianchi, appena rallentata in corso di emergenza Covid e non necessariamente perché le persone hanno preso consapevolezza del ruolo del medico, ma più probabilmente perché sono calati gli accessi al pronto soccorso per la paura di contagi. Non so quanti, ancora oggi, ricordano l’episodio di Brindisi, con l’irruzione in sala operatoria di alcuni esagitati. Episodio, questo, che ha lasciato basiti quanti sanno a cosa serva una sala operatoria quando c’è una persona addormentata su un letto e altre vestite con camici, guanti e mascherine sterili. E’ garantito che non è mai un reality show televisivo, quello che si svolge nelle sale operatorie”.“Se passerà la legge alla Camera – conclude Cisl Medici Lazio -, le aziende sanitarie e ospedaliere potranno finalmente costituirsi parte civile nei processi di aggressione. Reclusione fino a 16 anni in caso di lesioni gravissime e sanzioni fino a 5mila euro per condotte violente nei confronti degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. L’articolo 4 del testo prevede che le lesioni gravi  siano punite con la reclusione da 4 a 10 anni, e le lesioni gravissime con la reclusione da 8 a 16 anni. L’articolo 6 prevede che i reati di percosse e lesioni siano procedibili d’ufficio quando ricorre l’aggravante che consiste nell’avere agito in danno degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni. L’esperienza Covid ha portato a un’alluvione di aggettivi di quasi santificazione per i nostri camici bianchi e a scarsissimi fatti realmente concreti. Questo appare finalmente un fatto concreto”.Redazione Nurse Times
 
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