Anelli (Fnomceo) scrive ancora al ministro Manfredi (Miur): “Specializzandi fermi in panchina”

Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici: “Servono garanzie che le borse siano assegnate entro l’anno”.

“15mila borse di specializzazione che, se non assegnate entro l’anno, rischiano di andare sprecate. Questa la preoccupazione sollevata da più parti”. A lanciare un nuovo allarme sul concorso per le scuole di specializzazione è Filippo Anelli (foto), presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), che ha di nuovo scritto al ministro dell’Università e ricerca, Gaetano Manfredi.

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“I fondi per le borse sono stati stanziati per il 2020, per questo il termine per la presa in servizio era fissato per il 30 dicembre – spiega Anelli -. Ora chiediamo al Governo e al ministro dell’Università e ricerca, Gaetano Manfredi, rassicurazioni al riguardo. Queste borse, frutto di un impegno economico mai visto negli ultimi anni, non devono andare perse per un cavillo burocratico. Non devono andare persi gli anni di studio dei giovani colleghi, che si trovano ora sospesi in un limbo di incertezza, in attesa di conoscere l’esito di una prova svolta mesi fa”.

Sono infatti 24mila i giovani medici laureati, abilitati, e ora fermi “in panchina”, in una situazione di stallo dovuta ai molteplici ricorsi, che hanno indotto il Miur a ritardare prima la pubblicazione della graduatoria, poi l’assegnazione delle sedi. Con un effetto a cascata che rischia di travolgere le vite dei candidati, i quali tuttora non sanno se e in quale parte d’Italia prenderanno servizio, e in quale corso di specializzazione. Molte le proteste e le manifestazioni di piazza.

“Chiediamo al ministro Manfredi – conclude Anelli – di intervenire e dare certezze e garanzie ai 24mila medici che hanno partecipato al concorso. Concorso che sta assumendo i contorni di una telenovela, per i continui slittamenti dei termini. Esprimiamo, ancora una volta, solidarietà e gratitudine ai nostri giovani colleghi, che non hanno ancora risposte sul loro futuro e che, sinora, in piena emergenza Covid, hanno garantito servizi essenziali, nelle Guardie, nelle Rsa, nelle Usca per le visite domiciliari”.

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