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Ancora novità dalla FNC: un modello di riferimento per rilanciare la sfida delle competenze specialistiche. Volare alto o rullaggio prolungato?

La Federazione dei Collegi Ipasvi, sabato 4 luglio, ha presentato in Consiglio nazionale straordinario il PROPRIO nuovo modello di riferimento sull’evoluzione delle competenze infermieristiche, che, si legge, richiamerebbe il Patto per la salute e i contenuti della  bozza di accordo Stato – Regioni sulle competenze (documento più volte annunciato in dirittura d’arrivo alla Conferenza Stato – Regioni).

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Il documento era stato approvato dal Comitato Centrale della Fnc Ipasvi con delibera n. 79 del 25/04/2015 e condiviso in Consiglio Nazionale dopo 2 mesi.

“Alla presentazione è seguito un dibattito puntuale e meticoloso e una condivisione molto elevata” così come risulta dal comunicato pubblicato sul sito www.ipasvi.it

Competenze cliniche “perfezionate”, “esperte” e “specialistiche”. E due assi su cui disegnare la professionalità: quello della clinica, che rappresenta la linea del governo dei processi assistenziali e quello della gestione, che rappresenta il governo dei processi organizzativi e delle risorse.

Il documento sarà presentato ora alle associazioni infermieristiche e inviato ai sindacati e a tutti gli interlocutori istituzionali e politici.

Il modello, elaborato da un gruppo di infermieri esperti coordinati da Annalisa Silvestro, senatrice in commissione Igiene e Sanità e componente del Comitato centrale della FNC Ipasvi, si richiama al Patto per la salute e ai contenuti della bozza di accordo tra Governo e Regioni sulle competenze specialistiche dell’infermiere, già approvato nel 2013 dagli assessori alla sanità e che attende solo il via libera in Conferenza Stato – Regioni.

Ma analizziamo il modello proposto nello specifico.

Nel modello sono posizionati sui due assi (clinica, gestionale), e 4 livelli di competenza che l’infermiere acquisisce attraverso specifici percorsi formativi.

La proposta si articola su due assi:

  • l’asse della clinica: che rappresenta la linea della “produzione” di servizi e del governo dei processi assistenziali. Sull’asse della clinica si posizionano, direttamente e a livelli incrementali diversi, le competenze/responsabilità agite dagli infermieri nei confronti dell’utenza;

  • l’asse della gestione: che rappresenta la linea del governo dei processi organizzativi e delle risorse. Sull’asse gestionale si posizionano, a livelli incrementali diversi, le competenze agite dagli infermieri in rapporto alla gestione delle risorse e a quelle scelte che, agendo sul contesto organizzativo, facilitano/garantiscono l’efficacia e l’appropriatezza dei servizi e risultati di qualità all’utenza.

Su entrambi gli assi (asse espansione delle competenze gestionali, asse dell’approfondimento delle competenze cliniche) sono posizionati quattro livelli di competenza dell’infermiere acquisiti attraverso specifici percorsi formativi.

I livelli di competenza:

  1. Livello A generalista: infermiere generalista, basterà la laurea triennale;
  2. Livello B perfezionato: infermiere perfezionato, con un corso di perfezionamento;
  3. Livello C esperto: infermiere coordinatore con master;
  4. Livello D specialista avanzato: infermiere dirigente con laurea magistrale.

 

Il livello “a” di entrambi gli assi, corrispondente all’infermiere generalista in possesso di laurea triennale o titolo equivalente, non necessita di modificazioni sostanziali. Il livello “a” rappresenta, in ogni caso, la matrice “core” della competenza da cui originano i successivi livelli di approfondimento o di espansione

Infermiere con perfezionamento clinico (livello b)

Si riferisce a un infermiere che ha seguito un corso di perfezionamento universitario che lo ha messo in grado di perfezionare le sue competenze “core” applicate a un’area tecnico operativa molto specifica (esempio: gestione accessi venosi)

Infermiere esperto clinico con master (livello c)

Si riferisce a un infermiere che si è formato con un master universitario di primo livello che lo ha messo in grado di approfondire le sue competenze declinandole in un settore particolare dell’assistenza infermieristica. È l’infermiere esperto di parti di processo assistenziale o di peculiari pratiche assistenziali settoriali (ad esempio: anestesia/analgesia, strumentazione e tecnica chirurgica, dialisi, endoscopia, wound care ecc.)

Infermiere specialista clinico con laurea magistrale (livello d)

Si riferisce a un infermiere che si è formato con laurea magistrale in Scienze Infermieristiche con orientamento in una delle aree previste dall’accordo Stato Regioni (area cure primarie – servizi territoriali/distrettuali; area intensiva e dell’emergenza/urgenza; area medica; area chirurgica; area neonatalogica/pediatrica; area salute mentale e dipendenze). È l’infermiere specialista clinico in grado di orientare, governare (impostare, supervisionare, monitorizzare, valutare) sia i processi assistenziali tipici di una certa area clinica e presenti in qualsiasi struttura (dalla più piccola alla più complessa, dalla più generalista alla più specializzata), sia le competenze professionali necessarie per realizzarli.

Quest’ultimo livello comporta la necessità di reimpostare i piani di studio delle Lauree Magistrali sui sei filoni formativi corrispondenti alle sei aree sopra menzionate

I livelli di espansione delle competenze gestionali sono:

Infermiere con perfezionamento gestionale (livello b)

Si riferisce a un infermiere che ha seguito un corso di perfezionamento universitario che lo ha messo in grado di perfezionare le sue capacità in relazione a specifiche funzioni organizzative (esempio: bed management).

Infermiere coordinatore con master (livello c)

Si riferisce a un infermiere che si è formato con un master universitario di primo livello che lo ha messo in grado di acquisire conoscenze e capacità di governo dei processi organizzativi e di risorse in unità organizzative.

Infermiere dirigente con laurea magistrale (livello d)

Si riferisce a un infermiere che si è formato con laurea magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche a indirizzo gestionale/formativo che lo ha messo in grado di assumere responsabilità di governo di processi organizzativi e di risorse presso strutture e servizi sanitari di vario livello (dipartimento, area, piattaforma, presidio, distretto) nonché presso corsi di laurea e settori formativi aziendali. Questo livello comporta la necessità di reimpostare i piani di studio delle Lauree Magistrali su un filone squisitamente gestionale e formativo e di rivedere l’esclusività prevista dalla legge 43/2006 del possesso del solo master universitario di primo livello per assumere la funzione di coordinamento.

“Le specializzazioni infermieristiche – commenta la presidente Ipasvi, Barbara Mangiacavalli – pretendono l’approfondimento disciplinare del processo di assistenza e successivamente disegnano le abilità tecniche degli infermieri, abilità da utilizzare nei processi di assistenza su tutto il territorio nazionale. L’infermiere vuole lavorare in squadra con paradigmi professionali, relazionali e organizzativi diversi dagli attuali e vuole ragionare su ciò che serve agli assistiti e alla sostenibilità del Ssn. E questo da ora in poi deve essere ben chiaro a tutti”.

Di fronte ad una proposta di evoluzione delle competenze che verrà esaminata da politici e rappresentanze delle associazioni di categoria, non possiamo che esprimere il nostro parere positivo. L’ambizione di questo documento è cercare di rendere finalmente efficace la legge 43/06 dopo quasi una decade di ritardo perché rimasta incompiuta.

Questo documento elaborato da una commissione di esperti autorevoli messi in campo dalla Fnc Ipasvi rimane una buona base su cui ci auguriamo sviluppare delle discussioni propositive, con l’intento di avviare proposte migliorative, che ad esempio potrebbero arrivare da tutti gli infermieri “generalisti” che vivono la professione sia in ambito clinico che gestionale e che sicuramente potrebbe portare un “valore aggiunto” alla crescita delle competenze descritte nel documento.

NurseTimes ritiene fondamentale questo passaggio storico dell’infermiere, per cui dedicherà all’argomento un’ampia attività redazionale cercando di delineare quelle che saranno le ricadute sull’attività clinica e gestionale degli infermieri, quale sarà l’evoluzione contrattuale e se verrà superato il concetto del costo zero previsto nel comma 566 della legge di stabilità n.190 del 2014.

Il nostro obiettivo: rendere gli infermieri consapevoli e protagonisti di un’evoluzione storica che sembra a portata di mano, evitando di subire le scelte che arrivano dall’alto.

Giuseppe Papagni

In allegato

MODELLO IPASVI SU EVOLUZIONE COMPETENZE INFERMIERISTICHE

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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Giuseppe Papagni

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