Anche in Liguria potrebbe ufficialmente debuttare la figura dell’operatore sociosanitario iperspecializzato preannunciato dalla Regione Veneto.
Non è ancora chiaro se si tratti della semplice applicazione di quanto riportato dell’accordo Stato-Regioni del 16/01/2003, relativo alla realizzazione dei corsi per Oss con formazione complementare o se si tratti di attribuire nuove mansioni a queste preziose figure di supporto, che spesso scarseggiano nelle corsie.
Gli Ordini delle Professioni Infermieristiche della regione Liguria hanno già più volte espresso le loro perplessità e preoccupazione in merito.
Un ordine del giorno è stato approvato in Regione per consentire la realizzazione dei corsi formativi di questa nuova figura.
– la somministrazione di terapia intramuscolare e sottocutanea su specifica pianificazione infermieristica, conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione
– i bagni terapeutici, impacchi medicali e frizioni
– la rilevazione e l’annotazione di alcuni parametri vitali (frequenza cardiaca, frequenza respiratoria e temperatura) del paziente
– la raccolta di escrezioni e secrezioni a scopo diagnostico
– le medicazioni semplici e bendaggi
– i clisteri
– la sorveglianza delle fleboclisi, conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione.
In termini tecnici, la dicitura esatta sarà operatore socio-sanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria, che dopo aver ricevuto l’attestato di qualifica svolgerebbe ulteriori attività finalizzate a coadiuvare il personale infermieristico in base alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica e/o ostetrica e in base all’organizzazione dell’unità funzionale di appartenenza.
“Siamo preoccupati – dicono dall’ordine degli infermieri di Savona – per la tendenza a semplificare la materia sanitaria in singole attività che possono essere svolte anche da personale formato ad hoc. Comprendiamo la drammatica e faticosa criticità emergenziale e la conseguente necessità di rapidi interventi, al fine di produrre risultati utili alla risoluzione di una ormai cronica carenza di risorse infermieristiche, ma esprimiamo seria perplessità verso quanto recentemente deliberato da Regione Liguria”.
La proposta, infatti, è stata avanzata dal presidente Giovanni Toti e dall’assessore Ilaria Cavo ed è stata approvata dalla giunta regionale il 10 marzo prima di essere portata in consiglio il 26 dello scorso mese.
“Esprimiamo apprezzamento verso una revisione del sistema sanitario regionale in ottica di una collaborazione continua con gli altri professionisti e le autorità coinvolte, purché questo avvenga sempre nel rispetto dei reciproci ruoli e competenze. Accogliamo con favore l’invito a partecipare ad un tavolo tecnico sull’argomento, con l’auspicio di coniugare le esigenze organizzative, la tutela e promozione della comunità infermieristica e la salvaguardia della sicurezza della cittadinanza tutta”.
Un ulteriore chiarimento giunge dall’OPI di La Spezia attraverso le parole del presidente Francesco Falli, il quale ci informa che il provvedimento riguarderà solamente la sanità privata:
“Abbiamo chiesto di poter partecipare al tavolo tecnico per definire i particolari e la regione ci ha detto di sì. Non è possibile sostituire gli infermieri con figure di minor formazione”.
“La figura dell’oss con formazione complementare non possa lavorare senza infermieri. Anche la determina della Conferenza Stato Regioni del 16.1.2003 indica che questo operatore riceve le attribuzioni dal responsabile dell’assistenza. Che per legge ( DM 739/94) è l’infermiere. Anche nella Sanità privata. E il concetto va ricordato anche ai vari “creativi”. Dopo anni di perdita di infermieri nelle varie realtà, invece di cambiare le strategie per attirare i giovani, in tutta Italia ci si inventa il surrogato. Mi fa piacere leggere che lo stesso Migep e molte sigle sindacali osservino, negativamente, il tentativo di avere “azioni assistenziali” a un costo ancor minore di quello che viene erogato all’ infermiere. Non ci siamo proprio”, conclude Falli.
Immagine a cura di Santina Medas, dal gruppo “Infermierie
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