Allarme peste in Asia: cosa c’è da sapere sulla malattia

E’ causata dal batterio Yersinia pestis, normalmente ospitato dalle pulci di molti roditori.

La notizia dei casi di peste bubbonica in Asia riporta in auge una malattia infettiva di origine batterica tuttora diffusa in molte parti del mondo, anche in alcune regioni dei Paesi industrializzati. E’ causata dal batterio Yersinia pestis, che normalmente ha come ospite le pulci parassite dei roditori, ratti, alcune specie di scoiattoli, cani della prateria. In qualche caso le pulci possono infettare anche gli animali domestici, come i gatti. Normalmente, Yersinia circola tra queste specie senza causare alti tassi di mortalità, e quindi questi animali sono sostanzialmente delle riserve infettive di lungo termine. Occasionalmente un’epidemia può uccidere anche grandi quantità di roditori e le pulci, in cerca di nuovi ospiti, si trasmettono anche agli esseri umani, diffondendo la malattia.

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Epidemiologia – La peste è diffusa in tutte le realtà dove le abitazioni sono infestate da pulci e da ratti, e quindi in condizioni di scarso livello di igiene. L’ultima epidemia urbana di peste negli Stati Uniti è stata nel 1924-25, a Los Angeles, e da allora la malattia si manifesta soprattutto nelle aree rurali al ritmo di 10-15 casi all’anno, soprattutto in due zone, quella del New Mexico, Nord Arizona e Sud Colorado, e tra California, Sud dell’Oregon e Nevada occidentale. Globalmente, invece, l’Oms riporta dai 1.000 ai 3.000 casi di peste ogni anno, distribuiti soprattutto tra Africa, Asia e Sudamerica. In Asia la peste è diffusa nelle zone del Caucaso, in Russia, nel medioriente, in Cina, e anche in alcune zone dell’Asia sudoccidentale e sudorientale. Manifestazioni regolari della malattia si hanno in Madagascar, Uganda e Sudafrica. Recentemente ci sono state epidemie consistenti in Kenia, Tanzania, Zaire, Mozambico, Botswana e anche in zone isolate nell’Ovest e nel Nord dell’Africa. In Sudamerica ci sono ancora due zone di attività della malattia: la regione andina montagnosa (in Bolivia, Perù ed Ecuador) e il Brasile. La peste è assente in Europa e in Australia.

Trasmissione e sviluppo della malattia – La peste si manifesta principalmente sotto tre forme diverse, che a volte possono anche essere compresenti:

  • Peste polmonare: il batterio infetta i polmoni. Questa forma della malattia può trasmettersi da persona a persona attraverso l’aria o gli aerosol di persone infette e quindi costituisce una delle forme più pericolose per il potenziale epidemico che la caratterizza. La forma polmonare può derivare anche dalla degenerazione delle altre forme se non sono curate prontamente.
  • Peste bubbonica: è la forma di peste più comune e si manifesta in seguito alla puntura di pulci infette o per contatto diretto tra materiale infetto e lesioni della pelle di una persona. Manifestazione tipica di questa forma è lo sviluppo di bubboni, ingrossamenti infiammati delle ghiandole linfatiche, seguiti da febbre, mal di testa, brividi e debolezza. In questa forma la peste non si trasmette da persona a persona.
  • Peste setticemica: deriva dalla moltiplicazione della Y. Pestis nel sangue, e può essere una conseguenza di complicazioni delle due forme precedenti. Viene contratta per le stesse cause di quella bubbonica, e non si trasmette da persona a persona. Causa febbre, brividi, dolori addominali, shock e prostrazione, sanguinamenti della pelle e di altri organi, ma non si manifesta con bubboni.
  • Il sospetto di peste si dovrebbe avere in seguito alla manifestazione dei primi sintomi, soprattutto in presenza di un bubbone, e di una possibile storia di esposizione a roditori o pulci. I bubboni solitamente si manifestano dopo 2-6 giorni dall’esposizione, e la malattia procede in modo rapido, eventualmente degenerando nelle forme polmonare e setticemica se non è trattata prontamente. L’incubazione della forma polmonare primaria invece dura da uno a tre giorni ed è caratterizzata da una polmonite acuta con tosse e sputo di sangue. Il tasso di morte nei pazienti con peste polmonare è del 50 per cento.
  • Azioni preventive per ridurre l’incidenza della peste si possono orientare soprattutto al trattamento igienico degli ambienti, con disinfestazione dei ratti e di altri roditori e delle pulci che li accompagnano, e all’educazione sanitaria pubblica. Campagne per la disinfezione anche delle aree rurali, così come già applicato nelal maggior parte delle aree urbane, per l’eliminazione di rifiuti e di materiali che possono fungere da attrazione per i roditori e per il controllo costante dello stato di salute dei propri animali domestici, che andrebbero tenuti puliti da pulci e altri parassiti, ha contribuito in molte zone e può contribuire alla riduzione della presenza della peste.

Trattamento – Il momento non è disponibile un vaccino contro la peste, per cui non è possibile effettuare un trattamento preventivo di questa malattia. Diventa quindi essenziale riconoscerne i sintomi rapidamente e intervenire nelle prime ore dalla loro comparsa. La peste polmonare si manifesta con febbri, mal di testa, debolezza, e un rapido sviluppo di polmonite, con i suoi segnali caratteristici: respiro corto, dolori toracici, tosse. Se il trattamento non è rapido, il paziente può morire nel giro di pochi giorni. Per ridurre le probabilità di morte è essenziale trattare con antibiotici entro le prime 24 ore dalla comparsa dei sintomi, con streptomicina, gentamicina, tetracicline o cloramfenicolo. Il trattamento con antibiotici è raccomandato, secondo i CDC americani, per sette giorni anche nelle persone che entrano potenzialmente a contatto con il malato, per prevenire l’insorgenza della malattia.

Redazione Nurse Times

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