Abruzzo, la Regione vuole sbloccare le assunzioni

Incontro con la Asl dell’Aquila, che prevede l’entrata in servizio di 426 unità di personale nel 2019.

È quella del personale la priorità del neo assessore alla Sanità della Regione Abruzzo, Nicoletta Verì. Mentre Silvio Paolucci, ex titolare della delega, contesta la norma che implementerebbe i tetti di spesa, ieri c’è stato un incontro nella sede della direzione generale dell’Asl dell’Aquila alla presenza della stessa Verì, del vicepresidente della Giunta, Emanuele Imprudente, del direttore sanitario e manager facente funzioni, Maria Simonetta Santini, e del direttore amministrativo Laura Coppola.

L’attuale governance aziendale ha presentato il piano per la stabilizzazione (parametrato sul fabbisogno) di 108 dipendenti, mentre in settimana sarà deliberato il piano assunzioni 2019, che prevede l’entrata in servizio di complessive 426 unità di personale. «Abbiamo anche discusso – sottolinea Verì – di una migliore organizzazione di tutte le strutture, superando l’eccessiva frammentazione di molti servizi (e di conseguenza degli operatori sanitari addetti agli stessi), che oggi non è più sostenibile. Nell’ottica di un ulteriore potenziamento dei livelli di assistenza, saranno inoltre attivati in tempi stretti i finanziamenti per la rete oncologica».

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L’incontro è stato il primo di quelli previsti nelle aziende regionali ed è servito anche a fare il punto sulla situazione dell’ospedale di Sulmona e, in particolare, sul punto nascita del presidio. Come richiesto nei giorni scorsi dall’assessore Verì, la Asl ha assicurato che si procederà alla messa in sicurezza, attraverso soluzioni congiunte che riguarderanno la riorganizzazione anche della pediatria. Il tutto nell’attesa della definizione della nuova rete ospedaliera abruzzese, tra le priorità del nuovo Governo regionale.

Nel frattempo si accende il dibattito sulla norma “sblocca-assunzioni”, che prevede, come da intese raggiunte nei giorni scorsi con le Regioni, la possibilità di scegliere il tetto migliore tra il costo del 2018 e il costo del 2004 meno l’1,4%. Per l’Abruzzo il tetto migliore sarebbe quello “vecchio”, superiore addirittura di 30 milioni.

«Penso che questa – dice l’ex assessore alla Sanità, Silvio Paolucci – sia una norma che era necessaria solo ad alcune Regioni del Nord. Noi, infatti, avevamo il costo del personale nel 2014 talmente alto che la vecchia norma ci consentirebbe di superare abbondantemente questa previsione. Il problema non è mettere delle percentuali in più, ma aggiungere soldi con cui finanziare le assunzioni. La norma, in Abruzzo, non sblocca alcunché e non serve per nulla. Ci vogliono soldi che il Governo Lega – 5 Stelle non mette. Piuttosto la giunta precedente stanziò sul personale, con la delibera di Giunta 913/2018,16 milioni aggiuntivi, oltre i rinnovi contrattuali in tre anni (2019/2021). Bisogna rapidamente utilizzare quelli».

A questo, Paolucci aggiunge una nota prospettica: «L’altro tema sul personale, ancora più importante, è il seguente: oggi, a livello europeo, si sta scatenando una vera e propria guerra per il reperimento di personale sanitario. Sembrerebbe che entro il 2030 possano mancare 18 milioni di operatori sanitari nei Paesi Ocse (medici, infermieri e non solo). Il problema sarà trovare le persone da assumere. E per farlo, converrebbe essere attrattivi e riqualificare il ruolo degli infermieri come avevamo cominciato a fare. Cosa stiamo offrendo a queste persone? Inviterei chi governa oggi a pensare soprattutto a questo tema».

Infine, sulla riorganizzazione delle aziende (due ospedaliere, L’Aquila e Chieti, e due territoriali, Teramo e Pescara), la Verì, dopo lo stop chiaro imposto dal presidente dell’Assise, Lorenzo SospiriServirebbe un presidente disposto a portarlo in aula»), ha confermato che si tratta di un’ipotesi tutta da valutare.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Messaggero

 

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