Abruzzo, approvato il Programma di controllo delle sostanze radioattive nelle acque potabili

Un provvedimento obbligatorio per legge, reso ancor più opportuno dalle polemiche sugli esperimenti realizzati nei laboratori nazionali di fisica nucleare del Gran Sasso.

La Giunta regionale abruzzese, presieduta dal presidente vicario della Regione, Giovanni Lolli, ha oggi approvato il Programma di controllo delle sostanze radioattive nelle acque potabili. Un atto imposto dalle normative nazionali ed europee, che assume in Abruzzo un valore particolare, a seguito della bufera che solo pochi mesi fa si è scatenata attorno agli esperimenti, nei quali si utilizzano sostanze materiali radioattive, effettuati nei laboratori nazionali di fisica nucleare del Gran Sasso (foto), situati proprio sopra una delle più importanti falde acquifere.

Particolari polemiche aveva provocato in particolare l’esperimento Sox, poi annullato per ragioni strettamente scientifiche e tecniche nel febbraio 2018, che si sarebbe dovuto avvalere di una sorgente radioattiva di Cerio 144, proveniente da combustibile di un reattore nucleare russo. A paventare enormi rischi di contaminazione delle acque di falda era stato il coordinamento di associazioni ambientaliste del Forum H20.

Advertisements


SCARICA LA TUA TESI


L’Istituto di fisica nucleare del Gran Sasso ha invece sostenuto che i rischi sarebbero stati pari a zero, in quanto l’esperimento Sox si basa su una sorgente, la polvere di Cerio 144, che decade spontaneamente, sigillata in una doppia capsula di acciaio, che a sua volta è chiusa all’interno di un contenitore di tungsteno dello spessore di 19 centimetri, del peso di 2,4 tonnellate, realizzato appositamente per Sox, con requisiti più alti rispetto agli standard di sicurezza richiesti e in grado di resistere fino a 1.500 gradi. Il contenitore di tungsteno è resistente a impatto, incendio, allagamento e terremoto, secondo studi rigorosi che sono stati svolti come previsto dalla legge e verificati dalle autorità competenti.

A ogni buon conto, ora la Regione si è dotata di uno strumento legislativo che consentirà un capillare controllo delle acque utilizzate dagli abruzzesi, per misurarne la radioattività, e intervenire immediatamente in caso di contaminazioni. Il provvedimento regionale altro non è che il recepimento, obbligatorio, del Decreto legge 28 del febbraio 2016 e del Regolamento europeo 178 del 2002. Il programma è stato predisposto dal Servizio sanità veterinaria

, igiene e sicurezza negli alimenti della Regione, che lo ha poi inviato al vaglio del ministero della Salute, che lo ha a sua volta ritenuto, nel complesso, adeguato e sostanzialmente conforme alle prescrizioni della Decreto legge 28.

Il piano di monitoraggio della Regione Abruzzo prevede la misura dei parametri indicati per i campioni di acqua prelevati presso le principali reti di distribuzione regionali che erogano acqua a una quota significativa di popolazione. L’acqua potabile erogata dagli acquedotti o da singoli pozzi e sorgenti può infatti contenere sostanze radioattive di origine artificiale e contiene normalmente, in misura variabile, sostanze radioattive di origine naturale.

La presenza di radionuclidi di origine artificiale nelle acque destinate al consumo umano è dovuta all’utilizzo di tecnologie nucleari (produzione energetica, ricerca, industria militare, incidenti) o alle normali pratiche ospedaliere. La presenza di radionuclidi di origine naturale è invece un fenomeno comune a tutte le acque e presenta una notevole variabilità, sia a livello territoriale che temporale, dovuta a fattori idrogeologici e geologici, caratteristiche chimiche e fisiche degli acquiferi, fenomeni metereologici, miscelamento delle acque di falda.

Le principali sorgenti della radioattività naturale nelle acque sono i radionuclidi appartenenti alle serie di decadimento radioattivo di origine primordiale e altri radioisotopi di origine “cosmogenica”, generati cioè dall’interazione tra i raggi cosmici e l’atmosfera. L’analisi, condotta sui dati forniti dall’Arta e riferiti al triennio 2015-2017, ha comunque evidenziato come le concentrazioni di attività “alfa” e “beta” rilevate mediante scintillazione liquida nei campioni prelevati, siano basse e che tutte le misure effettuate hanno fornito risultati ben al di sotto dei limiti previsti.

Redazione Nurse Times

Fonte: www.abruzzoweb.it

 

Redazione Nurse Times

Leave a Comment
Share
Published by
Redazione Nurse Times

Recent Posts

Vaiolo delle Scimmie: sintomi e conseguenze per la salute

Il vaiolo delle scimmie, noto anche come Mpox, è una malattia infettiva zoonotica causata dal…

15/08/2024

Protesta degli OSS a Napoli: astensione dal lavoro nelle strutture di salute mentale contro i licenziamenti

Venerdì mattina, circa un centinaio di operatori socio-sanitari (OSS) si sono astenuti dal lavoro nelle…

15/08/2024

West nile virus: L’Emilia-Romagna intensifica le misure di prevenzione in diverse province

La Regione Emilia-Romagna ha annunciato un rafforzamento delle misure di prevenzione contro il virus West…

14/08/2024

Dirigente medico dell’ASL di Piacenza agli arresti domiciliari per peculato e truffa

Nelle ultime ore, un importante dirigente medico del Centro di Salute Mentale dell'Azienda USL di…

14/08/2024

L’Arnas Civico di Palermo apre una selezione urgente per formare una long-list di infermieri

L'Arnas Civico di Palermo ha indetto una selezione pubblica urgente per la formazione di una…

13/08/2024

Arbovirus, l’Istituto Spallanzani è partner di un progetto che punta a conoscerli meglio

Approfondire la conoscenza di arbovirus, tra cui Zika, Dengue, Chikungunya, West Nile e virus meno…

13/08/2024