8 Marzo. Ricorrenza particolare, in cui probabilmente bisognerebbe perdersi in qualche istante di silenzio e di riflessione su termini profondi come “rispetto”, come “amore”, come pura e semplice “bellezza”. Ricorrenza che dovrebbe farci domandare perché, di fatto, nel mondo la parità dei sessi sia ben lontana dall’essere raggiunta e soprattutto perché, quasi ogni giorno, la cronaca ci racconti di episodi di inaudita violenza e barbarie contro le donne.
Sì, è una ricorrenza che la frivolezza umana ha nel tempo trasformato in qualcos’altro, in barba alla leggenda delle operaie dell’industria tessile Cotton di New York; a volte con manifestazioni e festeggiamenti al limite dell’idiozia e della pochezza umana. Ma che rimane una giornata particolare in cui, ne sono convinto, molte persone si fermano per qualche istante e riflettono. Magari lasciandosi andare a qualche emozione, a qualche ricordo, a un gesto gentile in più. Magari guardando la propria moglie che si accarezza i capelli davanti allo specchio, come me in questo momento. Dio, che spettacolo…
In questa giornata così particolare, vorrei dedicare un pensiero a tutte le colleghe infermiere, sempre più in prima linea e con poca tutela, in reparti che purtroppo assomigliano sempre di più a veri e propri lager.
Colleghe che a volte sono vittime di episodi incresciosi, tristi, dove il termine “rispetto” per la donna, oltre che verso una professionista che sta svolgendo il proprio lavoro, sembra non avere più significato. Complice ovviamente la crisi, il nostro SSN in ginocchio, la politica pro malasanità (a prescindere) da parte dei media che troppo spesso carica di risentimento gli utenti; ma soprattutto complice un’assistenza che, a 360 gradi, a causa delle dotazioni organiche sempre più carenti e un sistema sanitario colpito da definanziamento progressivo, scarica sulla componente infermieristica i costi della crisi.
Auguri alla collega in servizio presso il Centro di igiene mentale dell’Ulss di Vicenza, che nel gennaio 2015 ha incassato da un paziente una serie di calci e pugni che le hanno causato la frattura delle ossa nasali, un forte trauma all’emitorace e un trauma cranio-facciale[1].
Auguri alla collega del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Donato di Arezzo, aggredita alle spalle, trascinata a terra e colpita con schiaffi e pugni mentre lavorava al Triage[2] nell’agosto del 2015.
Auguri alla collega di Salerno, che in chirurgia d’urgenza all’ospedale Ruggi d’Aragona ha preso un pugno in pieno volto da un utente, subendo così la frattura del setto nasale[3] (luglio 2014).
Auguri alla collega del Pronto Soccorso all’Ospedale Cannizzaro di Catania, che nel maggio 2015 è stata presa a calci e pugni[4] da un paziente.
Auguri alla collega di Brindisi, malmenata e rapinata fuori dall’ospedale pochi giorni fa[5].
Auguri a tutte le infermiere. Donne, mamme, figlie, fidanzate e…Professioniste dell’aiuto.
Alessio Biondino
[1] www.ilgiornaledivicenza.it
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