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Dal coma al CdL in Infermieristica: la storia di Martina Giannone

Una storia dai risvolti tragici ha permesso ad una giovane ragazza palermitana di venire a conoscenza ed intraprendere la professione che l’avrebbe accompagnata per tutta la vita.

Il 4 giugno del 2008 Martina Giannone, che all’epoca aveva solo 17 anni, si stava recando ad una festa di compleanno con amici. A causa di un terribile schianto dell’auto condotta da un ragazzo più grande di lei, non sarebbe mai arrivata a destinazione.

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La vettura sbandò in prossimità di Viale dell’Olimpo, poi un terribile schianto nel quale un ragazzo perse la vita. Altri due passeggeri rimasero feriti mentre per Martina ebbe inizio un lungo periodo di buio

A causa delle lesioni riportate trascorse un lungo periodo in stato comatoso presso il reparto di Neurorianimazione di Villa Sofia che abbandonerà solo l’8 luglio, oltre 2 mesi dopo l’incidente, per essere trasferita presso l’unità di risveglio della Fondazione Giglio di Cefalù, dove trascorrerà altri 28 giorni.

Poi finalmente gli occhi di Martina si socchiudono e cominciano ad affiorare i primi ricordi: “Ero afona, non riuscivo a parlare. Mi rendevo conto di essere sveglia ma una grande confusione mi impediva di capire appieno cosa mi stesse accadendo”.

Iniziò quindi la lunga degenza nel reparto di neuroriabilitazione ed il lento recupero.

“La sensazione di confusione che dominava la mia mente scemava giorno dopo giorno e, giorno dopo giorno, riscoprivo sempre più forte in me la voglia di combattere per riappropriarmi della mia vita.
Tutto il personale del reparto mi ha trasmesso una straordinaria sensazione di fiducia in me stessa e nella possibilità di tornare la Martina di sempre, quella che amava ballare, truccarsi, vestire bene. Non riuscivo a vedermi sempre in pigiama, sempre a letto, così spesso trascorrevo il mio tempo in infermieria”.

Fu questo il momento nel quale nacque in Martina l’amore per la professione infermieristica, avendo la possibilità di trascorrere molto tempo a contatto con gli operatori del reparto.

“Loro erano i miei angeli. Mi hanno fatto capire quanto è importante quello che oggi è diventato il mio lavoro, non solo dal punto di vista tecnico professionale ma anche dal punto di vista umano”.

“C’è stato un recupero sostanzioso e completo afferma Giuseppe Galardi, responsabile dell’unità operativa di riabilitazione – grazie all’impegno di tutto lo staff ma soprattutto grazie alla forza di volontà di Martina.

L’approccio ad una unità di risveglio è sempre un momento profondamente delicato tanto per il paziente quanto per i familiari. Io li accolgo sempre dicendo che il loro caro diventa per noi come un figlio, da accudire per un tempo spesso anche molto lungo.

Noi dobbiamo fare di tutto perché torni come era prima anche se purtroppo non tutte le storie hanno un lieto fine, ma grazie alla professionalità ed alla passione del nostro personale, grazie alle strumentazioni di cui il reparto è dotato, siamo consapevoli di poter offrire un servizio di eccellenza”.

Concluso il percorso riabilitativo Martina Giannone si è iscritta all’università conseguendo nel 2014 la laurea in infermieristica.

Durante il percorso universitario ha svolto un periodo di tirocinio formativo di 2 mesi proprio al Giglio di Cefalù, dopo di che ha maturato ulteriori esperienze con l’assistenza domiciliare.

Dopo essere diventata infermiera ha iniziato a lavorare presso l’ospedale Giglio con un contratto a tempo determinato di nove mesi, poi rinnovato. L’1 ottobre del 2018 è risultata tra i vincitori del concorso a tempo indeterminato bandito dalla Fondazione.

“Siamo orgogliosi della nostra collega Martina- afferma il presidente dell’ordine degli infermieri di Palermo Franco Gargano– Come siamo orgogliosi di tutti i colleghi dell’unità di risveglio e della riabilitazione dell’Ospedale di Cefalù. Una storia intensa, drammatica, che ci fa capire l’importanza della nostra professione.

Viviamo a stretto contatto con i pazienti ed ogni gesto, anche il più piccolo ed apparentemente insignificante, riveste un’importanza straordinaria per inculcare in chi attraversa un momento di difficoltà, una sensazione di fiducia in se stesso e nella struttura sanitaria che lo ha preso in cura”.

E aggiunge: “La storia di Martina è paradigmaticaperché ha in se entrambi questi valori: il valore della competenza che ha portato la collega ad un perfetto recupero psicofisico, ed il valore dell’umanizzazione delle cure ed in particolare dell’assistenza infermieristica, che ha indotta una giovane ragazza ad intraprendere la nostra professione”.

“L’invito è a guardare alla storia di Martina per non arrendersi nel momento più buio della nostra vita e trovare sempre la giusta determinazione per risalire la china- afferma il presidente della Fondazione Giglio, Giovanni Albano– Martina ha mostrato questa forza ed oggi è una nostra ottima infermiera in uno staff, quello della riabilitazione, altamente qualificato.È, inoltre, per noi una esperienza che può dare un contributo e un segnale a un progetto di umanizzazione dove l’azienda si sta impegnando per accorciare le distanze tra paziente e operatore”.

Simone Gussoni

Fonte: Insanitas

 

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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