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4° Convegno Slow nursing 2018: “Ipotesi infermiere – la passione per la cura”. Zelarino 3 marzo 2018

Riuscire ad avviare il quarto convegno per un movimento che si è affacciato solo dal 2015, è motivo di particolare soddisfazione anche e soprattutto perché è stato possibile grazie all'impegno di tutti: partecipanti, relatori, sostenitori, i pochi ma determinanti sponsor, mai condizionanti.

Riuscire ad avviare il quarto convegno per un movimento che si è affacciato solo dal 2015, è motivo di particolare soddisfazione

Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’impegno di tutti: partecipanti, relatori, sostenitori, i pochi ma determinanti sponsor, mai condizionanti.

Da sottolineare che tutti i soggetti menzionati, in tutti i convegni, sono stati autenticamente interessati allo spirito e all’etica Slow nursing.

Le ragioni del Convegno

Il tema sotteso del prossimo convegno è : “Chi è mai l’infermiere oggi?”.

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Un professionista senza professione, sottopagato, demansionato, senza vero riconoscimento sociale?

Di quale professione si parla?

Di chi si prende cura della persona malata, di chi rincorre la professione medica o di chi vuol diventare altro dall’infermiere?

Per alimentare il quesito colgo l’opportunità dell’articolo di Angelo De Angelis (Nurse Times 4 luglio) che prospetta gli infermieri come: “progressisti”, “girolettisti”  e “missionari”, additando queste due ultime “categorie” come responsabili della mancata realizzazione della professione, assieme al perdurare della grave crisi economica, da un’organizzazione del lavoro giurassica ed inadeguata e con dirigenti infermieristici molto spesso asserviti alle logiche aziendali.

Perché – continua Angelo – l’infermieristica è professione intellettuale oramai da ben 23 anni ed è continuamente disattesa!

Mi domando se egli intendeva per professione intellettuale questi esempi:

Scorrendo il CV di una famosa docente universitaria di infermieristica, autore di innumerevoli articoli e innumerevoli libri pubblicati, si evidenzia che nella sua intera vita professionale di infermiera ha come esperienza, all’inizio di carriera, solo 8 mesi in corsia di medicina.

Possiamo chiederci se questa esigua esperienza può bastare per insegnare agli altri l’infermieristica?

Possiamo chiederci dove ha appreso e vissuto le problematiche della professione?

Sui libri?

Quindi esperti infermieri si diviene leggendo libri e non invece adoperandosi a contatto con la persona da assistere?

E proseguendo con un altro esempio di una coordinatrice infermieristica della direzione aziendale: possiamo chiederci se è possibile redarre una procedura aziendale per il cateterismo vescicale senza aver mai personalmente inserito un catetere ad un uomo?

La rincorsa alle competenze

S’affaccia un movimento, ora associazione di infermieri che rivendicano di essere competenti avanzati, di essere pronti!

Ma è davvero questo che serve? Il riconoscimento delle competenze?

Non è invece che dobbiamo pretendere il controllo del tempo? Il tempo di cura? Il tempo di assistenza?

Chi dice al medico quali attività e quali competenze deve o non deve fare?

Se siamo veramente professionisti, veramente intellettuali, dobbiamo decidere noi il tempo di cura e di assistenza, e naturalmente quali compiti, e quanto tempo è necessario per esplicarli nella sua massima efficacia per il bene della persona in cura.

Mi sembra che alla definizione indicata da Angelo:

Infermieri “girolettisti” – Un manipolo di colleghi che difendono strenuamente il giro letti ed ogni simile nefandezza.

Si possa affiancare:

#noisiamopronti” – Un manipolo di “infermieri speciali” che si fregiano di competenze avanzate e di tutto il meglio dell’infermieristica!

Una domanda: ma alla rimanente professione cosa succede?
Riuscirà la maggioranza degli infermieri a riscattarsi dalla precarietà quotidiana in cui è obbligata?

Certo non possiamo ignorare che la situazione è conforme alla società in cui siamo immersi dove dilagano malaffare, speculazione, opportunismo, disonestà, indifferenza.

Ma è possibile continuare ad accettare questo? Si può fare qualcosa?

Perché parlare di passione per la cura?

Forse questo convegno, approntato senza grandi pretese, può essere un’occasione per persone motivate a scegliere di investire il proprio tempo in un incontro quanto mai necessario e utile a capire e a capirsi.

E perché no, magari a cogliere uno spiraglio, un filo di speranza, dove incamminarsi per migliorare il presente e il futuro.

Ecco perché scegliere un convegno dove sia veramente possibile il confronto fra e nella cultura infermieristica e con l’interessante e quanto mai preziosa irruzione della cultura filosofica.

Nell’attesa di incontrarci a Zelarino, invito a scrivere qualche contributo, pensiero, proposta per favorire la riflessione e la discussione, che poi verrà inserito nella raccolta degli Atti del Convegno. Un caro saluto e un augurio di buon convegno.

 

Luciano Urbani

 

Allegato

Locandina Zelarino 2018

Redazione Nurse Times

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