23 anni, infermiera 118 sempre in prima linea: “ho paura”

La situazione è questa: ora mi vedete con la tuta e quindi avete paura, ma  in realtà dovete avere paura di voi stessi e della vostra coscienza. Non mi interessa che qualcuno mi chiami eroe, eroina voglio solo che leggiate quello che scrivo. 

Ogni giorno io, ragazza di 23 anni, ho paura. La mia paura deriva dal lavoro che faccio, che ho scelto e che tanto amo. Sono infermiera del 118 quindi sono in prima linea. Ogni  qualvolta un medico di base decide di nn visitare il proprio paziente ci sono io che con i miei colleghi combattiamo, oppure quando nessuno da indicazioni su una terapia da seguire e le persone vengono lasciate a loro stesse perché è questo sta succedendo. La colpa non è di nessuno, né la mia né della mia squadra, neppure dei medici di base , né del pronto soccorso. Ecco beh, parliamo del pronto soccorso.

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Al pronto soccorso c’è un sovraffollamento dei pazienti e tutti reparti Covid sono pieni.

Pieni in tutti sensi. Sapete che se qualcuno si becca il Covid e sta veramente male deve sperare in un posto letto Covid fuori regione? Oppure deve pregare che qualcun’altro si riprenda nel modo più veloce ma sappiamo bene che i tempi di guarigione sono più che lenti.

Gli asintomatici sono fortunatissimi, non avete idea di quanto sono fortunati ma purtroppo c’è chi non ha difese immunitarie come loro e se lo becca e se lo becca veramente brutto tanto da avere una brutta dispnea, una brutta saturazione e la terapia covid non fa più effetto e di conseguenza servono gli antivirali e gli antivirali si fanno solo in ospedale .

Questo succede, questo sta succedendo in Campania: Napoli e Caserta.

Per favore restate a casa, o almeno non posso condannarvi se vi opprime la situazione anche io sono ragazza, anche io voglio i miei svaghi ma almeno abbiate la bontà di non toccarvi, non abbracciarvi  per un’altro po’. Sopportate. A tutti quelli della mia età, i miei amici e i miei coetanei, tutti noi abbiamo una persona a casa che pensiamo “se si becca il covid è finita” beh ogni volta che uscite pensate a quella persona a voi cara. Io faccio così.

Penso al mio papà, che purtroppo ha patologie cardiache pregresse e lui proprio non può beccarselo e non potete capire l’ansia che ho quando torno da lavoro a casa nonostante il fatto che fortunatamente ho tutti i dispositivi di protezione e faccio il tampone periodicamente.

Questo è per dirvi una minima parte di quello che io vivo ogni giorno.

La situazione degenera e siamo solo ad ottobre, figuriamoci a novembre e dicembre. Io non sono tra quelle persone che vuole che chiudono tutto perché io sul 118, ho visto pure questo: persone che chiamano l’ambulanza per una depressione data dal fatto che la quarantena ha fatto chiudere locali e quindi molti sono rimasti senza lavoro, senza casa e si sono dichiarati pazzi . Si, ho visto pure questo.  

Quando vedo queste cose piango e non mi vergogno, ci sto male ma male veramente.

Alla volte non mi sembra pandemia ma pura guerra. Facciamo in modo che non ci chiudono, che non ci sia un loco down, per chi ha un locale commerciale, per chi non ha posto statale, abbiate tutta la pazienza del mondo, quando uscite pensate  al prossimo .

Aiutiamoci.

Salviamoci.

Non dovrebbe esistere lo  scarica barile, la parola INSIEME dovrebbe entrare nella testa di tante persone.

Mi raccomando.

Dora Diana

Cristiana Toscano

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Cristiana Toscano

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