Nursing Up: avevamo già contestato la proposta della “banca delle ore” in ARAN

Cari colleghi,

la presente per ricordare, a tutti quelli che lo vogliano sapere, che noi del Nursing Up avevamo già contestato la proposta della “banca delle ore”, in ARAN,  ma, condivisa dalle altre sigle sindacali presenti. Io ero presente, posso dire che tutti quanti, noi delegazione del Nursing Up, guardavamo con disappunto alle intenzione del Governo circa le deroghe al Dlgs 66/03 inerentemente al riposo continuativo di 11 ore nell’arco delle 24.

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Nel contesto ARAN, che ricordo come fosse ieri, era difficile far capire come e perché, le intenzioni circa la banca delle ore non potevano trovare applicazione nella categoria degli Infermieri!

Ahimè, eravamo gli unici a contestare l’inapplicabilità di tale scelta sugli infermieri.

Un infermiere turnista, che fa molte ore di straordinario, non può recuperarle successivamente le ore lavorate, perché le ore di straordinario, cui è costretto un infermiere, sono dovute alla carenza di personale. La penuria di personale infermieristico, dalla data in cui firmammo il documento, si è notevolmente aggravata!

Ricordo che finimmo alle quattro della mattina, un impegno notevole, ma, l’unico problema degli “altri sindacalisti” presenti, era che noi non fossimo al tavolo delle trattative con loro, nella medesima stanza, anziché pensare ai lavoratori che rappresentavano? Io, ero alla prima esperienza, mi sarei aspettata un “fronte unico” rispetto alle scelte proposte dal Governo. Non credo ci voglia un genio per capire che il riposo per il personale sanitario debba essere fondamentale.

Eppure a distanza di anni, mi trovo, ancora, a scrivere e/a denunciare le stesse cose, ma, molto più gravi che in passato.

Parliamo dell’infermiere specialista, ma senza preoccuparci di assumerne. Parliamo di differenze normative e/o di responsabilità tra Infermieri e OSS, ma, non assumono ne gli uni, ne gli altri! In questi anni solo parole, chiacchiere! Vuote chiacchiere!

Gli infermieri, cercano, nonostante l’età e lo stress lavoro correlato di gestire la loro attività. Gli Infermieri della Sistema Sanitario Nazionale e/o della Regione Lazio sono “leoni gestiti da agnelli”!

Gli Infermieri come Leoni perché da soli, deprivati di ogni supporto umano e strumentale debbono gestire, ignari pazienti, bisognosi di cure. Gli Infermieri, sempre in numero minore, debbono garantire con le stesse performance del passato, pur avendo più anni, più problemi di salute e meno mezzi.

Gli agnelli sono i nostri Dirigenti e i Politici che dovrebbero supportarci, dandoci gli elementi per poter assistere i pazienti, mandato prioritario degli Infermieri. Attualmente abbiamo assistito a banali proclami, inaugurazioni inesistenti, dichiarazioni circa l’eccellenza delle strutture dove lavoriamo, ma, fatti pochi!

L’unico problema, degli “agnelli” è farsi riprendere dalle televisioni e dichiarare che va tutto bene, tutto è apposto e funziona perfettamente! Pazzesco!

Sia chiaro che la Comunità Europea ci sanzionò per le ore eccessive lavorate! La Comunità Europea sostiene che il lavoro notturno che richiede un impegno fisico e mentale, non può superare le otto ore per turno. In Italia il “problema” è stato risolto definendo il lavoro degli infermieri non usurante, e trasformando l’orario notturno degli infermieri, da 10 ore di seguito, fino ad 11,50 ore. Se durante il turno di notte, se un infermiere sbaglia e/o ha una disattenzione, la colpa non è di chi lo ha “condannato” a quell’orario, ma, dell’infermiere che non sa lavorare?!

Il passaggio ad un orario notturno, discutibile, avrebbe dovuto essere necessario per compensare la carenza di personale, che non assumono, benchè siano numerosi gli infermieri disoccupati!  Nonostante il sacrificio imposto al personale, la carenza degli infermieri è tale che in molti casi è stato inserito anche l’istituto di reperibilità!

Quindi gli Infermieri che smontano dal turno di notte potrebbero essere reperibili nella notte successiva. Quindi benchè stanchi dalla notte, gli Infermieri, non possono dormire come dovrebbero, se chiamati, in caso di assenza di un collega, debbono rispondere al telefono, che li chiama in reperibilità.

Particolare è informare che legge che l’uso della reperibilità non è dovuta ad un eventuale attentato, per la cui ragione nessuno contesterebbe! L’uso della reperibilità riguarda la copertura di ferie programmate o malattie di colleghi che sono troppo provati! Immaginate se ci dovesse essere un attentato?! Io sono sicura che i colleghi troveranno dentro di loro forze inaspettate, ma, tutto ciò è ingiusto, la Regione Lazio ed il Governo sta spremendo “limoni già spremuti”!

Cordialmente

Coordinamento Regionale Nursing Up

Laura Rita Santoro

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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Giuseppe Papagni

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