Tornano a lamentarsi i gestori delle Residenze sanitarie assistenziali della Regione Puglia.
«Le Rsa non solo necessitano di tamponi, dpi e ristori finanziari per i gravissimi costi sostenuti, ma anche di orientamento normativo in tema di organizzazione, tecnologie e aspetti strutturali, affinché il sistema sia univoco da Caltanissetta a Trento» si legge nella lettera.
«Il lavoro costante, encomiabile, a volte eroico da parte delle Rsa viene all’improvviso umiliato dall’assenza di una visione verso il sistema di assistenza territoriale che invece, molto sommariamente e in modo pilatesco, preferisce liquidare il dramma devastante delle morti in Rsa come una sorta di “fenomeno” che noi, come se avessimo una bacchetta magica, avremmo potuto contenere trasformando i luoghi di assistenza tradizionale seppur all’avanguardia, in reparti di malattie infettive».
L’associazione parla di «situazione drammatica ove le nostre realtà che sono realtà di gioia, professionalità, aggregazione, spirito di sacrificio e amore verso le persone disabili o anziane in condizioni di non autosufficienza, all’improvviso vengono mortificate da una sorta di abbandono».
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