Violenze contro infermieri, Opi Varese chiede rispetto

Il presidente Aurelio Filippini interviene sul tema dopo aver ricevuto la segnalazione di un professionista.

Tolleranza zero nei confronti di chi maltratta gli infermieri. È questo il senso della nota diffusa da Opi Varese e firmata dal presidente Aurelio Filippini per dire basta agli episodi di violenza nei confronti dei propri iscritti.

“L’Ordine delle professioni infermieristiche di Varese si costituirà sempre comeparte civile in ogni contenzioso che vedrà coinvolti i propri iscritti e gli altri operatori della salute in casi di violenza e/o aggressione fisica o verbale, anche attraverso mezzi di comunicazione di massa”, si legge nel comunicato.

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“Premesso – dichiara Filippini – che gli infermieri hanno il dovere deontologico, morale e legale di agire con professionalità e competenza all’interno della relazione di aiuto e dei percorsi di cura, parimenti hanno il diritto di essere riconosciuti e trattati con educazione e rispetto, in quanto professionisti e persone. Non dovranno essere più tollerati comportamenti aggressivi e violenti nei loro confronti che, oltre a svilire il professionista, mettono a rischio gli utenti”.

Il presidente sposta poi l’attenzione sul rapporto di fiducia che dovrebbe sempre instaurarsi tra infermiere e paziente: “Perché un percorso di cura sia efficiente, efficace e appropriato è indispensabile che si instauri il patto di cura all’interno del quale la persona si affidi a chi può e deve farsi carico dei suoi bisogni di salute, e chi vi risponde lo deve fare in quanto professionista. Da questa sinergia, fiducia e rispetto reciproco si sviluppa il percorso di cura. Si ringraziano le forze dell’ordine per la stretta ed efficace collaborazione e si auspica una sempre maggior cooperazione, identificando i momenti maggiormente a rischio al fine di prevenire o identificare precocemente le situazioni di pericolo. Gli infermieri non sono nemici né tantomeno bersagli, ma alleati dei cittadini”.

Non è la prima volta che Opi Varese interviene sull’argomento. La necessità di ribadire determinati concetti nasce dal ripetersi di episodi violenti ai danni dei professionisti: “Poco più di un anno fa l’allora Collegio Ipasvi di Varese aveva formulato e divulgato il comunicato stampa che attualizzo e ripropongo. Ieri ho ricevuto la telefonata di un collega aggredito proprio il giorno prima durante lo svolgimento del suo servizio. Nella sua voce e nelle sue parole lo sgomento, il turbamento e la rabbia per l’accaduto, lo stupore per la reazione violenta in alcun modo stimolata o provocata e quindi non prevedibile e assolutamente non giustificabile: ‘Ha iniziato a colpirmi mentre gli parlavo. Grazie all’arrivo di un collega che mi ha soccorso sono riuscito ad allontanarmi …’. Mentre ascoltavo il suo racconto, ho compreso lo stupore, la paura, la rabbia… e la passione. Quindi perché? Il collega mi ha trasmesso il suo carico di emozioni, insieme alla sua professionalità, umanità e amore per la professione che ha scelto e che sceglie tutti i giorni ‘nonostante tutto’. Chiede aiuto e sostegno

.

“Quindi cosa posso fare?”, si domanda Filippini. E risponde: “Posso esserci, l’Ordine c’è! C’è e si schiera sia dalla parte dei cittadini che dalla parte dei professionisti. Ringrazio il collega per aver cercato il suo Ordine, per aver cercato me, per aver condiviso il suo essere professionista e persona. Grazie. Sappiamo bene che alla nostra attenzione giungono persone con problematiche di ogni genere. La letteratura riporta ambienti più a rischio quali i pronto soccorso, gli ambulatori, le degenze onco-pediatriche, la salute mentale… Ambienti nei quali chi vi accede porta il suo carico di paura, dolore, frustrazione, malattia, situazione sociale e culturale… Lo sappiamo”.

In chiusura, un appello: “La risoluzione di queste situazioni è tutt’altro che semplice, deve essere multi-fattoriale: strutturale, organizzativa, formativa e informativa. La Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche con tutti gli Ordini sta lavorando con il ministero della Salute per approntare strategie atte a mettere in sicurezza professionisti e persone. Esorto tutti coloro che in qualunque forma subiscono una violenza a segnalarla. Non giustifichiamo la violenza o le aggressioni, anche se dovute a una patologia o a un dolore immenso. Quando necessario si effettua denuncia formale alle forze dell’ordine e, in ogni caso, va segnalata all’interno delle proprie aziende. Solo così si possono identificare i correttivi e valutare possibili strategie. Siamo pronti ad accogliere le persone con tutto il loro bagaglio, ma in cambio del rispetto chiediamorispetto”.

Redazione Nurse Times

Fonte: www.varesenews.it

 

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