Vaccinazione pediatrica e intelligenza artificiale: da Terni un’innovativa ricerca scientifica

Lo studio della dottoressa Marwa Larafa, neo-laureata in Infermieristica, prevede l’utilizzo di un robot umanoide per ridurre l’ansia e la paura del dolore provate dai bambini.

Ogni anno, nella provincia di Terni, vengono vaccinati circa 1.500 bambini, soggetti vulnerabili che presentano una maggiore sensibilità rispetto agli adulti a una procedura diagnostico-terapeutica, a causa dell’impatto emotivo e dell’imprinting traumatico che il bambino riceve dettato dalla paura di provare dolore.

Un’esperienza vissuta in maniera negativa e traumatizzante può sviluppare, nel piccolo paziente, paura degli ambienti sanitari in generale e dei suoi presidi annessi, come gli aghi. Nonostante la pratica di immunizzazione abbia un enorme beneficio per la salute individuale e collettiva, viene data poca attenzione ai sentimenti che il bambino prova durante l’iniezione, che può trasformarsi in un’esperienza traumatizzante, portandolo ad assumere atteggiamenti di difesa nei confronti di qualsiasi procedura sanitaria anche durante l’età adulta.

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Su questa importante tematica si è incentrata l’innovativa ricerca condotta dalla dottoressa Marwa Larafa, neo-laureata in Infermieristica dell’Università degli Studi di Perugia, sede di Terni, che ha coinvolto anche il prestigioso Laboratorio Prisca, Projects of Intelligent Robotics and Advanced Cognitive Systems, dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, che ha previsto l’utilizzo, nelle attività ambulatoriali del centro salute “Tacito”, di un robot umanoide dotato di intelligenza artificiale per ridurre l’ansia e la paura provate dal bambino durante la seduta vaccinale.

Nello studio sono stati coinvolti 136 bambini, di età compresa tra i 3 e i 12 anni. Di questi bambini, la metà ha preso parte al gruppo sperimentale, interagendo con il robot umanoide, mentre l’altra metà non ha ricevuto alcun tipo di distrazione, se non il conforto verbale del genitore. Il software utilizzato per la programmazione del robot NAO è basato sulla terapia cognitivo-comportamentale, con diverse tipologie di distrazione per coinvolgere il bambino in modo multisensoriale.

Una volta entrato all’interno della stanza, si invitava il bambino a sedersi di fronte a NAO. Successivamente, in base all’età del bambino, partivano i blocchi comportamentali differenti del robot. Con un’età inferiore ai 7 anni il robot chiedeva al bambino di parlare dei suoi amici, dei suoi cartoni animati preferiti, e infine cantava canzoni dello Zecchino d’Oro. Con un’età superiore ai 7 anni, invece, le domande vertevano sia sulla scuola sia sulla materia scolastica e sui cartoni/film preferiti ,con ascolto di canzoni pop italiane famose, molto conosciute tra i bambini di quella fascia di età. La procedura si concludeva con un esercizio di respirazione, con il robot NAO che invitata i bambini a soffiare su una girandola, per allentare la tensione post-vaccinazione.

Dall’analisi dei dati raccolti si è evidenziato come l’utilizzo del robot umanoide abbia avuto un efficace potere antalgico-ansiolitico, che ha permesso ai bambini di non concentrarsi sull’iniezione. Il gruppo sperimentale ha percepito meno dolore e angoscia rispetto ai bambini dell’altro gruppo. Analizzando i dati rispetto al sesso dei bambini, non sono state riscontrate differenze significative. Dividendo poi i bambini in due gruppi, in base all’età (3/7 anni e 8/12 anni), si sono evidenziati differenti livelli di paura e apprezzamento di NAO. Maggiore è l’età del bambino, minore è l’efficacia comunicativa del robot impiegato nella sperimentazione.

Dalle opinioni del personale medico e infermieristico del centro salute “Tacito” di Terni è emersa un’accoglienza positiva sull’utilizzo di NAO, considerato un valido strumento di supporto nel lavoro quotidiano.  In particolar modo, i sanitari hanno evidenziato come tale dispositivo agevoli l’attività ambulatoriale, rendendo la seduta vaccinale serena e non traumatica.

Grazie ai risultati ottenuti con questo studio, contenuti all’interno della tesi di laurea della dottoressa Marwa Larafa (relatore è il professor Alessandro Gaudino), che ha ottenuto il voto 110/110 e lode con menzione accademica, è possibile considerare l’assistenza robotica come valida terapia non farmacologica per il bambino sottoposto alle procedure sanitarie. L’abstract dell’innovativa ricerca è stato riportato nei siti web del quotidiano La Repubblica e dell’agenzia Ansa, e ha suscitato l’interesse del ministero della Salute.

Redazione Nurse Times

 

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