Secondo dati diffusi in base alla normativa inglese sulla libertà di informazione (FOIA, Freedom of Information Act), dal 2013 a oggi più di 1.200 dipendenti dell’NHS, il Servizio sanitario pubblico del Regno Unito, sono stati sottoposti a procedimento disciplinare per l’uso scorretto dei social media, in relazione ad attività come il condividere informazioni sui pazienti o il lamentarsi dei colleghi. Lo rivela un’inchiesta esclusiva del prestigioso quotidiano inglese The Times.
Il maggior numero di casi si sono registrati presso lo Yorkshire Ambulance Service, in cui ben 62 dipendenti hanno dovuto affrontare procedure disciplinari negli ultimi cinque anni. Presso l’ospedale universitario di Southampton, invece, sono stati riportati 47 casi, dieci in più di quelli verificatisi al Manchester University Hospital. Tra i licenziati figurano anche due infermieri e un healthcare assistant, che nel 2013 si erano burlati di alcuni pazienti su Twitter e avevano anche affermato di essere troppo ubriachi per lavorare.
L’uso appropriato delle applicazioni di messaggistica e delle piattaforme di social media da parte del personale NHS durante la propria attività quotidiana costituisce un problema meritevole di sempre maggiore attenzione. Ad esempio, uno studio pubblicato lo scorso anno sulla rivista specializzata BMJ Innovations ha rilevato che il 97% dello staff aveva condiviso informazioni sensibili sui pazienti, avvalendosi dei sistemi di instant messaging, senza però ottenere alcun consenso.
Medici e infermieri sostengono che tali applicazioni sono sempre più importanti per la cura del paziente, soprattutto considerando l’eccessiva, ben documentata e ampiamente criticata dipendenza dell’NHS da tecnologie obsolete (come il cercapersone o il fax), ma le cifre riportate nell’inchiesta dimostrano che è necessario intensificare gli sforzi, specialmente educativi, verso un impiego più maturo e responsabile dei social media e dei servizi di messaggistica
.Vale comunque la pena di notare che chi voglia abusare dell’opportunità di accedere a dati sensibili, come quelli sanitari, in virtù della sua posizione lavorativa, spesso lo fa indipendentemente dalla tecnologia disponibile. Sono diversi, infatti, i casi di dipendenti del Servizio sanitario pubblico inglese multati per l’accesso illegale alle cartelle cliniche dei pazienti.
A maggio di quest’anno, per esempio, a conclusione di una inchiesta disciplinare interna, un dipendente amministrativo è stato licenziato in tronco e un medico ha ricevuto una censura scritta per aver consultato, senza alcuna valida motivazione, la cartella clinica del famoso cantante inglese Ed Sheeran. Questi, a seguito di una caduta in bicicletta nell’ottobre 2017, aveva riportato una frattura dell’avambraccio e si era recato all’ospedale di Ipswich per l’ingessatura. Il suo arrivo in pronto soccorso aveva suscitato l’attenzione di pazienti e operatori sanitari, che avevano scattato numerosi selfie con l’artista per poi pubblicarli su Whatsapp e Messenger, suscitando così l’ira dei manager e l’avvio della procedura investigativa, conclusasi, appunto, con l’adozione dei due provvedimenti.
Luigi D’Onofrio
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