Sviluppata dal Policlinico Gemelli, garantirà un percorso terapeutico continuativo e a minore rischio di complicazioni.
È una vera e propria visita virtuale per tenere costantemente sotto controllo i pazienti sottoposti a radioterapia, quella che si effettuerà grazie al protocollo Generator Tracer RT, appena messo a punto dal Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs. Un’apposita app per smartphone raccoglierà una serie di dati biometrici del paziente, anche collegandosi a dispositivi indossabili di tipo Internet of Things, come saturimetri, contapassi e smartwatch. Questi dati, elaborati attraverso sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, consentiranno appunto di monitorare lo stato di salute dei pazienti sottoposti a trattamento radiante, garantendo un percorso terapeutico continuativo e a minore rischio di complicazioni, anche in un momento così complesso.
Attraverso questo sistema, co-sviluppato a partire dalla piattaforma Healthentia, la cui licenza d’uso durante la pandemia è stata donata al Gemelli dalla società belga Innovation Sprint Sprl, si raccolgono diverse informazioni: dalle distanze percorse ogni giorno, alla saturazione di ossigeno nel sangue, considerate al momento preziose per l’individuazione precoce di una eventuale infezione da Covid-19. Il sistema è in grado anche di rilevare elementi utili per valutare la tossicità
legata al trattamento radiante durante il percorso di cura in radioterapia e nel primo periodo di follow-up.Le stesse modalità, durante la pandemia, saranno proposte al personale sanitario che, assistendo un alto volume di pazienti quotidianamente e pur adottando ogni tipo di procedura atta a prevenire il contagio, è esposto potenzialmente al rischio di infezione. Questa modalità permetterà al servizio di radioterapia anche un’organizzazione delle proprie operazioni, basata su dati oggettivi, flessibile e in grado di garantire la continuità del trattamento ai pazienti in corso di cura in sicurezza.
«Una delle sfide più importanti della medicina moderna – sostiene Giovanni Scambia, direttore scientifico del Gemelli – è saper garantire una risposta di cura elevata per tutti i pazienti, rivolgendo al tempo stesso un’attenzione specifica e personalizzata alle esigenze di ciascuno di essi e realizzando quella che definiamo medicina personalizzata. Uno dei modi per farlo è attraverso l’uso di dispositivi digitali che sappiano mappare la complessità clinica del singolo paziente».
Redazione Nurse Times
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