Il grave episodio accaduto ad alcuni infermieri dell’Asl torinese è andato ad aggiungersi a quelli precedentemente segnalati dal sindacato infermieristico Nursind.
Un esposto alla Procura della Repubblica di Ivrea era già stato presentato il 28 luglio 2017, a causa delle sempre più frequenti aggressioni subite «dal personale dipendente dell’Asl To4».
Alcuni mesi fa, ed esattamente l’8 febbraio, lo stesso Nursind ha trasmesso alla magistratura eporediese un’integrazione all’esposto, in seguito alle aggressioni subite da altri tre infermieri.
«Come già segnalato in passato — si legge nel nuovo documento preparato dal sindacato e consegnato alla Procura —, la Direzione generale e i responsabili dell’ospedale di Ciriè sono stati numerose volte informati della totale assenza di sicurezza nella stessa struttura». Purtroppo però, il grido d’allarme del sindacato sarebbe rimasto inascoltato.
«So dove vi cambiate, dove lavorate e dove avete le macchine. So come raggiungervi». E ancora: «Ti aspetto fuori con i miei compari. Ti ammazzo».
Queste sarebbero solo parte delle minacce che un paziente avrebbe indirizzato a uno dei tre infermieri aggrediti nei primi giorni del febbraio di quest’anno.
L’uomo avrebbe cercato di strangolare uno dei tre dipendenti ospedalieri durante la colluttazione provocandogli una contusione al polso.
«Sono seriamente preoccupato per la mia incolumità e per quella dei colleghi — si legge nella denuncia che l’infermiere ha presentato ai carabinieri subito dopo l’episodio —. Quel paziente conosce il luogo dove noi ci cambiamo, per questo abbiamo chiesto più volte alla Direzione di consentirci di farlo in un altro luogo.
Siamo preoccupati perché non possiamo chiudere a chiave la porta, ma al momento non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta».
Uno di loro parla di «raptus di follia» da parte dell’aggressore di turno, il terzo infermiere denuncia invece l’estrema facilità con cui è possibile raggiungere i locali dell’Asl To4 evidenziando la totale assenza di misure di sicurezza che dovrebbero permettere «agli operatori sanitari» di svolgere la professione in piena serenità.
È stata dunque ribadita «la totale assenza di sicurezza nella struttura in cui lavoriamo tutti i giorni». Le denunce presentate al procuratore Ferrando sono finite nel frattempo in un fascicolo d’inchiesta. Ora sarà compito della magistratura tentare di far luce sulla presunta assenza di sicurezza in ospedale.
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