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Sbatti il mostro in prima pagina e se è un infermiere tanto meglio!

Richiesta rettifica al “Giornale” da parte del Collegio Ipasvi di Catania

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Una delle regole auree del giornalismo, da sempre, è quella di verificare le fonti. Il perché questa regola basilare venga, sempre più, disattesa dai giornalisti dei nostri giorni rimane un mistero.

I casi di cronaca, veri o presunti, che riguardano la professione infermieristica ne sono una controprova. Mi riferisco, in particolare, al caso portato alla luce, in questi giorni, prima da un’inchiesta delle “Iene” (noto programma televisivo) e poi da alcune testate giornalistiche nazionali, su tutte “Il Giornale”, in cui gli infermieri di un nosocomio siculo vengono accusati di un crimine orrendo, a cui non hanno preso parte in alcun modo.

L’articolo a firma del giornalista Andrea Acquarone apre con un titolo roboante Caccia agli infermieri killer – 300 euro – per ogni malato tralasciando il fatto che sulle ambulanze private che trasportavano pazienti in fin di vita verso le abitazioni non vi fossero infermieri.

Su quelle ambulanze private erano presenti dei portantini, che nulla avevano e hanno a che vedere né con il personale dell’“Ospedale Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla né tanto meno con la professione infermieristica.

Ma tant’è, oramai nel nostro Paese, la deriva e la considerazione della nostra professione è tale che anche per offendere nella dignità una persona basta chiamarla “Infermiere”, come è successo qualche giorno fa durante la campagna elettorale per eleggere il Sindaco a Genova.

Sparisce qualcosa dai nostri nosocomi ad opera di criminali di varia provenienza, è colpa degli infermieri ladri!

I tempi di attesa sono lunghissimi ai Pronto Soccorso per via dei tagli lineari al sistema sanitario, è colpa degli infermieri fannulloni!

Muoiono dei pazienti per cause non note o in circostanze da indagare, è colpa degli infermieri killer!

Il buco nell’ozono diventa sempre più grande per via dell’inquinamento, è colpa degli infermieri inquinatori!

Sarà un caso che in questi ultimi mesi siano aumentate le aggressioni a carico degli operatori sanitari, in particolare degli infermieri?

Il disagio che i nostri pazienti vivono è lo stesso che viviamo ogni giorno noi infermieri, sempre più vecchi, sempre meno e sempre più stremati da turni estenuanti e tagli indiscriminati.

Così mentre i nostri giovani infermieri vanno all’estero, qui nel nostro Paese a tirare il carro restiamo noi, infermieri avanti con gli anni e tutti gli altri professionisti della salute che dedicano la maggior parte del tempo della loro vita ad un lavoro e ad una società che li ripaga con l’indifferenza ed il biasimo.

Doveroso quindi esigere da parte di chi quegli stessi infermieri rappresenta una rettifica di quanto scritto.

L’Ipasvi di Catania, per nome del presidente Carmelo Spica, ha scritto formalmente al Direttore del “Giornale”, Alessandro Sallusti chiedendo di rettificare quanto pubblicato dalla sua testata.

E’ inaccettabile che chiunque faccia il lavoro di giornalista sia così superficiale da non verificare la fonte delle notizie che pubblica, cosa che ha invece fatto il Collegio Ipasvi di Catania, prima di richiedere la rettifica di quanto scritto.

Qui di seguito la missiva del Presidente Ipasvi di Catania.

Forse è troppa fatica fare bene il proprio lavoro. Ma noi infermieri ci siamo stancati di questi continui attacchi. Siamo pronti a reclamare in tutte le sedi e ad esigere il rispetto come persone e come professionisti.

Gli infermieri di oggi hanno un percorso universitario lungo e articolato e fanno la differenza nella vita delle persone ogni giorno.

Caro Direttore Sallusti, credo che siano doverose delle scuse e una bella reprimenda a quel giornalista che lavora per la sua testata che di certo non onora la memoria del fondatore del suo giornale, ossia Indro Montanelli.

Rosaria Palermo

Foto: web

 

 

 

Rosaria Palermo

Infermiera dal 1994. Attualmente, infermiera specialista del rischio infettivo presso l'ARNAS Garibaldi di Catania. Ho una laurea magistrale e due Master, uno in Coordinamento e l'altro in Management del rischio infettivo. Faccio parte del Direttivo di ANIPIO (Società Scientifica degli Infermieri Specialisti del Rischio Infettivo) dal 2016. Penso che lo scatto nella nostra professione debba essere culturale, prima di ogni cosa. Nelson Mandela diceva che la conoscenza è l'arma più potente di cui gli esseri umani dispongano, ed è ciò che permetterà alla nostra professione di ritagliarsi gli spazi che le competono.

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Rosaria Palermo

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