Sanitari no vax, Tar di Brescia orientato a respingere il ricorso contro i solleciti inviati dalle Ats

Le Agenzie di tutela della salute potranno continuare a inviare lettere ai professionisti che ancora non risultano in regola, prima di procedere con le sanzioni previste dalla legge.

Non c’è ancora una sentenza definitiva sul ricorso al Tar di Brescia presentato contro le Agenzie di tutela della salute di Brescia, Bergamo, Val Padana e Montagna da circa 300 tra medici, infermieri e altri operatori sanitari delle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova per contestare l’obbligo di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid. Tuttavia il Tribunale amministrativo sembra orientato a respingere il ricorso.

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All’esito dell’udienza tenuta lo scorso 14 luglio lo stesso Tar, con ordinanza n. 220/2021, ha preso atto della rinuncia alla domanda cautelare nel frattempo intervenuta da parte dei ricorrenti. Ha inoltre espresso, sia pure con decisione non definitiva, alcune valutazioni sul ricorso. Va da sè che le Ats potranno continuare a inviare solleciti ai professionisti che ancora non risultano essere in regola, prima di procedere con le sanzioni previste dalla legge. Nel complesso, erano state preparate oltre 2.700 lettere, inviate ad altrettanti operatori, tenuti a fornire spiegazioni convincenti circa il motivo per cui non si sono ancora vaccinati.

In particolare, nell’ordinanza si legge: “Considerato che, con riguardo al fumus boni iuris, impregiudicate le questioni sulla fondatezza delle diverse questioni di costituzionalità prospettate, non paiono, allo stato, prive di rilievo le eccezioni preliminari prospettate dalle amministrazioni resistenti, che incidono sull’ammissibilità delle stesse questioni di costituzionalità (…)”. E ancora: “Considerato ulteriormente che non paiono sussistere, in specie, i presupposti per l’ammissibilità del ricorso collettivo e cumulativo (…)”.

In una nota congiunta delle Agenzie di tutela della salute si legge poi: “Le Ats proseguono nel dare esecuzione alla legge n. 76/2021, che individua la vaccinazione come requisito essenziale per l’esercizio della professione sanitaria. Non essendo stati sospesi i procedimenti fin qui avviati, le Ats adotteranno a breve gli atti di accertamento dell’inosservanza dell’obbligo vaccinale per le finalità prescritte e imposte dalla legge“.

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