Sanità in crisi, ma ai dirigenti vanno i super premi

A dispetto dei problemi che assillano molti ospedali, chi occupa i posti di comando riceve sostanziosi bonus in busta paga.

Anche se gli ospedali vanno a rotoli, i dirigenti incassano i super premi. È quanto emerge da un articolo a firma di Alessia Pedrielli, pubblicato su La Verità e riguardante alcune realtà regionali.

Eclatante il caso della Campania, dove i dirigenti della sanità si sono visti aumentare gli stipendi del 20% grazie al governatore Vincenzo De Luca. E questo nonostante gli scandali che hanno travolto, in particolare, l’ospedale di Nola e il San Paolo di Napoli: pazienti stesi a terra per ricevere le prime cure e letti pieni di formiche avevano richiesto l’attenzione di Beatrice Lorenzin, allora ministro della Salute, che aveva annunciato l’invio di una task force di controllo.

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Situazione analoga in Puglia, dove nel giugno 2017 il presidente Michele Emiliano ha assegnato ai dirigenti fino a 40mila euro in più all’anno, cancellando i tagli imposti dal suo predecessore Nichi Vendola.

Passando all’Abruzzo, un aumento di 35mila euro è arrivato nelle buste paga di Maria Teresa Colizza e Laura Coppola, rispettivamente direttore sanitario e direttore amministrativo della Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila. Il motivo della sostanziosa gratifica starebbe negli obiettivi raggiunti dalle due dirigenti, soprattutto sul fronte dei tagli alla spesa del personale.

In Abruzzo sono stati premiati anche il direttore della Asl di Lanciano-Vasto-Chieti, Pasquale Flacco, e della asl di Teramo, Roberto Fagnano

. Eppure le strutture sanitarie del territorio non se la passano affatto bene. Si pensi all’ambulatorio di Angiologia e al reparto di Neurologia di Sulmona, rimasti chiusi oltre un mese per ferie a causa della carenza di personale. Oppure al reparto di Radiologia del San Pio di Vasto, dove le prestazioni sono erogate solo la mattina per lo stesso motivo. O ancora al reparto di Geriatria di L’Aquila, dove i pazienti anziani finiscono a dormire nei corridoi per mancanza di posti letto.

In Calabria, poi, meriterebbe un “premio” anche per la coerenza Giuseppe Perri, uomo a guida della Asp di Catanzaro: dopo aver annunciato di voler rinunciare al benefit sullo stipendio, ci ha ripensato a distanza di appena sei mesi e, a partire dallo scorso, giungo si è visto assegnare un aumento di oltre 18mila euro.

Un apparente successo, invece, si riscontra in Emilia Romagna, regione che ha ridotto le cifre dei premi di risultato e penalizzato i manager che non sono riusciti a snellire le liste d’attesa. Qui, ad assegnare i bonus extra è l’Organismo indipendente di valutazione, i cui tre membri, scelti da un elenco nazionale con nomina politica, sono pagati 13.950 euro ciascuno per un totale di 41.850 euro annui. A queste somme va aggiunta la quota dei premi, che nel 2017 ha superato i 100mila euro.

Redazione Nurse Times

Fonte: www.ilgiornale.it

 

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