Roberto Iavarone racconta la sua esperienza professionale in UK come infermiere

 

Grazie Roberto per averci concesso quest’intervista presentati ai nostri lettori.

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Mi chiamo Roberto Iavarone e sono un Infermiere 27enne del Sud Italia, e sono io a ringraziare NurseTimes per la possibilita’ di condividere la mia esperienza.

Da quanto tempo lavori in UK e  in quale unità operativa?

Lavoro qui in Uk da ormai sei mesi, in un reparto maschile di Chirurgia Cardiotoracica, che segue pazienti nel pre e post operatorio per interventi sia programmati che in urgenza riguardanti tutte le patologie a carico di cuore e polmoni, con relative strutture annesse.

È stato difficile inserirsi nell’ambiente lavorativo?

L’inserimento nell’ambiente lavorativo non viene lasciato al caso: I nuovi assunti vengono seguiti da una Infermiera specializzata, la Development Nurse Specialist, che ha appunto il compito di supportare e favorire l’inserimento del nuovo membro all’interno dello Staff e potenziarne le capacita’ professionali. Tutto segue un piano di sviluppo personale e delle proprie competenze in cui il neo assunto ha la possibilita’ di modificare e migliorare costantemente il proprio indirizzo di carriera, nonche’ esprimere anche le difficolta’ emotive che possono influire sulle capacita’ professionali (qui si fa parecchia attenzione al controllo dello stress in quanto un lavoratore sereno eroga una assistenza sicura). Ovviamente all’inizio la lingua puo’ essere una barriera abbastanza forte, anche se come me si parte da basi solide: l’inglese dei film e della scuola e’ ovviamente diverso da quello parlato ogni giorno. Per questo spesso gli Ospedali si affidano alle Universita’ per corsi di potenziamento della lingua, seguiti da esami e certificazioni dei livelli raggiunti (e un certificato di competenza linguistica conseguito in Inghilterra non e’ poco).

In cosa consiste il tuo lavoro all’interno dell’unità  operativa?

Il mio ruolo in quanto Junior Registered Nurse consiste nella valutazione dei bisogni di Assistenza Infermieristica e nel soddisfacimento degli stessi. Non opero da solo, ma nello spirito di gruppo del Team che comprende Senior Nurses, ovvero Infermieri con maggiore esperienza della mia, Fisioterapisti, Terapisti Occupazionali, Farmacisti, Health Care Assistents (l’equivalente dell’OSS italiano) e House-Keepers. Ah, e ovviamente ci son anche i Medici, con I quali condividiamo una larga parte delle responsabilita’ assistenziali. Al momento, vista la mia giovane esperienza qui (anche avendo lavorato in Italia, qui ovviamente si seguono protocolli diversi), non ho un compito specifico e sto potenziando le mie competenze con dei corsi di formazione e trainings finanziati dall’Ospedale (compreso, come accennato su, un corso per il potenziamento della linga Inglese). E’ il connumbio perfetto tra autonomia professionale e interdipendenza con il Team: nel caso di dubbi c’e’ sempre qualcuno piu’ esperto che mi affianca, cosi’ come io affianco colleghi meno esperti in specifici ambiti anche se loro hanno una maggiore esperienza professionale su altri.

L’assistenza diretta di tipo alberghiero è affidata alle figure di supporto?

L’assistenza di tipo alberghiero e’ affidata agli Health Care Assistents, figure di supporto che possono tuttavia arrivare ad elevati livelli di specializzazione (non e’ infrequente che un Healt Care Assistant con pluriennale esperienza percepisca uno stipendio maggiore di un Infermiere neolaureato assunto, appunto perche’ la remunerazione e’ meritocratica). Tuttavia lo spirito e’ quello della collaborazione del Team, tale che se occorre una mano e gli Infermieri sono disponibili, tranquillamente ci si presta ad aiutarsi a vicenda. Ogni Reparto, o Ward, ha un numero di orgnico stabilito dalla Direzione sulla base di evidenze scintifiche e di sicurezza, che sempre prevede un certo numero di figure di supporto e di Infermieri.

Hai avuto un periodo di affiancamento nell’inserimento lavorativo? 

Nonostante io sia qui come detto ormai da mesi, sono ancora in affiancamento (il periodo base e’ di sei mesi solitamente, ma puo’ variare da ospedale a ospedale). Successivamente a questo periodo di “orientamento” non si viene comunque lasciati soli: il principio che si applica qui e’ che se non si sa qualcosa e’ sempre meglio chiedere che procedere per istinto. Questo vale per la somministrazione di farmaci, la l’erogazione di prestazioni che possono essere la venupuntura o la rimozione di un drenaggio toracico o di cateteri venosi centrali, cosi come anche la medicazione di ferite particolari (come ulcere da decubito di stadio elevato o ferite chirurgiche per terza intenzione). Esistono inoltre degli Specialists Team, ovvero dei gruppi di infermieri altamente specializzati che seguono determinati aspetti dell’assistenza, come il controllo del dolore, l’alimentazione o il supporto per l’abbandono di stili di vita scorretti come il fumo e l’abuso di alcool o l’uso di stupefacenti.

Che consiglio daresti ai colleghi italiani disoccupati?

Ai colleghi italiani potrei parlare per ore di una situazione che gia’ conoscono, quella del precariato e delle difficolta’ non solo nel trovare lavoro ma anche nel lavorare in condizioni di scarsa o nulla organizzazione e praticamente nessun supporto, rinunciando alla gia’ poca dignita’ professionale che viene riconosciuta al professionista Infermiere in Italia. L’UK non e’ sicuramente l’America, tuttavia mi permette di esercitare la professione per cui ho fatto tanti sacrifici, primo fra tutti lo studio. Inoltre ho la possibilita’ di crescere professionalmente e fare carriera, arrivando a prendere anche 34,876 £ da Nurse in Charge (l’equivalente di 48mila Euro all’anno lordi). Senza dimenticare la propria dignita’ professionale che oltre ad essere riconosciuta e’ valorizzata insieme alle proprie competenze e inclinazioni personali.

Ritorneresti in Italia?

Tornare in Italia…beh..ogni tanto torno a riveder gli amici. Ma ritornare a vivere li, per ora, non se ne parla: qui ho riposto i miei sogni e il mio futuro. Perdonate la schiettezza ma non ho intenzione di abbandonare tutto questo per ritornare in un Paese che non sembra interessato a cambiare.

Grazie Roberto per aver condiviso con noi questa tua esperienza professionale, ovviamente ti auguriamo tanta fortuna ed una splendida carriera, ci risentiremo se vorrai tra qualche mese…

Giuseppe Papagni

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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