Premio Sossi. A tu per tu…con “l’infermiera dell’anno” Rosa Mingrone

Impegnata nella residenza polifunzionale per anziani “Villa Verde” di Aurisina – Santa Croce (Ts), Rosa Mingrone vince il premio Valentina Sossi (giunto alla terza edizione) “L’infermiere dell’anno” 2016, promosso dal Collegio Ipasvi di Trieste.

Il titolo per la prima volta assegnato ad una professionista del take care nella terza età.

L’iniziativa viene partorita per ricordare, un’ottima infermiera prematuramente scomparsa, capace di coniugare – al contempo – alta professionalità ed umanissimo talento nel “take care”.

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Noi di Nurse Times l’abbiamo intervistata …

Chi è Rosa Mingrone?

Una donna, una moglie, una mamma , un’infermiera .

Crede nei veri valori della vita e che la dignità è un sacro santo diritto.

Crede che il ruolo dell’infermiere sia punto cardine in quella che è l’espressione sanitaria nell’ambito della salute.

E che, per vedere realizzati e finalizzati gli obbiettivi della presa in carico della persona, ha preferito lavorare nel privato, creando un ambiente ad hoc per le persone che accoglie.

Il titolo per la prima volta va ad un professionista del take care nella terza età.

Sorpresa?

Sorpresa non tanto per quanto riguarda la terza età ma, più che altro, perché il premio è andato ad un’infermiera del terzo settore, del privato di mercato.

Finalmente è stato riconosciuto che anche chi lavora nel privato riesce a dare servizi di qualità, ma soprattutto attenzione e umanità.

Le motivazioni del suo premio recitano così: “…per aver saputo entrare nella dimensione della terza età leggendo bisogni inespressi, per la capacità di tenere un doppio sguardo, sull’anziano e sui suoi familiari, sapendo sempre trasmettere – nelle parole di Alda Merini – quella sensazione che si chiama Vita.

Cosa si sente di aggiungere in merito?

Un bambino che nasce è un capolavoro unico ed irripetibile!

Un ”vecchio” è quel bambino unico ed irripetibile che è cresciuto e si è arricchito di vissuto, di esperienze, di qualche gioia e tanti dolori. Quell’anziano che dopo aver dato e creato tanto si ritrova verso la fine del suo viaggio a perdere tante autonomie, ad essere ammalato, ad essere talvolta costretto a doversi allontanare dalla propria casa, quella per la quale ha lavorato mattone su mattone per tutta la vita.

L’adulto-anziano impreziosito dalla vita stessa, quando per qualsiasi ragione non è in grado di rispondere in autonomia ai propri bisogni,per un periodo breve o prolungato, ha diritto a trovare risposte nella sanità, attraverso un processo di personalizzazione ed umanizzazione della presa in carico assistenziale, nel quale è protagonista attivo .

Ecco, le parole di Alda Merini esprimono in pieno ciò che io e i miei colleghi della Villa Verde,cerchiamo di trasmettere ogni giorno.

 

Che posto occupa nel panorama attuale la terza età? Con i suoi desideri, speranze e prospettive?

E’ un fenomeno in rapidissima crescita, a mio avviso mal “trattato” , mal considerato; vissuto come un problema , un peso economico. La società tende ad emarginare gli anziani, talvolta vittime anche di soprusi e di violenza.

In verità sono delle grandi risorse, c’è però bisogno di “utilizzarli”, renderli partecipi di progetti ed  attività ma soprattutto di  non scucirli dal tessuto sociale e relazionale  creato negli anni.

Per il futuro, la speranza che la sensibilità, la dignità, l’amore, l’attenzione, il rispetto ,siano volàno del benessere di tutti.

 

Tale riconoscimento, per la sua professione, verrà considerato come un punto di partenza o d’arrivo?

Sicuramente come un momento di crescita personale e  sprono per una  continuità migliorativa del mio take care.

 

La Redazione di Nurse Times  si complimenta con Lei per il prestigioso traguardo raggiunto.

Scupola Giovanni Maria 

Giovanni Maria Scupola

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Giovanni Maria Scupola

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