Palermo, lavoratori di Rsa Sereni Orizzonti protestano: “Carenza di personale e turni massacranti”

Il sindacato Fp Cgil ha proclamato lo stato di agitazione, comunicando di aver avanzato richiesta per la procedura di raffreddamento.

Tornano a protestare i lavoratori dell’Istituto Geriatrico Siciliano Sereni Orizzonti di Palermo, dove sono ospitati, in tre dei cinque reparti esistenti, malati affetti da Alzheimer e tanti altri degenti allettati, dimessi da ospedali per il recupero assistito nella Rsa. Il sindacato Fp Cgil del capoluogo siciliano ha infatti proclamato lo stato di agitazione, denunciando carichi di lavoro eccessivi e comunicando di aver avanzato la richiesta per la procedura di raffreddamento

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“Gli operatori – denuncia Michele Morelo, della Fp Cgil Palermo, in una nota inviata al prefetto di Palermo e alla struttura – sono allo stremo, per via dei turni massacranti dovuti alla ormai endemica carenza di personale. Problema ancora senza soluzione e più volte sottoposto all’attenzione dell’Azienda, che continua a fare orecchie da mercante. Siamo in presenza di un solo operatore socio sanitario per reparto, composto in media da 18 degenti, e di due infermieri per cinque  reparti, con circa 87 degenti in totale presenti nella struttura. E questo sia nei turni diurni che in quelli notturni. Era stato garantito un incontro dopo le ferie estive, ma ancora non siamo stati convocati. Le promesse fatte davanti al prefetto non sono state mantenute e i lavoratori sono stanchi”.

Fp Cgil denuncia anche che, nell’ultimo periodo, a causa della diminuzione di ore del personale di cucina, la somministrazione della colazione termina dopo le 10, a poca distanza dall’orario del pranzo. “Tanti a mezzogiorno rifiutano di mangiare perché hanno terminato la prima colazione da poco – dichiara Morello –. E’ la conseguenza della cattiva organizzazione interna. Dopo le dimissioni del precedente direttore della struttura, la confusione regna sovrana, i turni vengono affidati a singhiozzo e all’ultimo momento. I lavoratori denunciano anche il fatto di non riuscire a sorvegliare i pazienti. In alcuni casi qualcuno è riuscito a eludere la sorveglianza e ad allontanarsi dalla struttura per tornare a casa”.

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