NeXT. Uno sguardo oltre le sbarre: l’infermiere e la gestione della tossicodipendenza

La presente tesi è stata pensata con lo scopo di dar luce alla figura dell’infermiere in un contesto che già di suo è poco conosciuto

Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times

Giunge all’indirizzo mail della nostra redazione (redazione@nursetimes.org) il lavoro di tesi di laurea in infermieristica della dott.ssa Spanò Maria Immacolata, dal titolo“ Uno sguardo oltre le sbarre: l’infermiere e la gestione della tossicodipendenza, laureatasi presso l’Università degli Studi di Catanzaro “Magna Græcia“  nell’a.a. 2016-2017.


…di Spanò Maria Immacolata

La presente tesi è stata pensata con lo scopo di dar luce alla figura dell’infermiere in un contesto che già di suo è poco conosciuto. L’idea di affrontare questo tema è subito stata avvincente e il progetto è andato avanti spinto dalla voglia di proposte nuove e di cambiamento.

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Non essendo un argomento trattato di frequente, le difficoltà incontrate non sono state poche. In un primo momento, lo studio si è concentrato sulla ricerca delle leggi applicate in questo contesto che fossero di interesse sanitario.

Delineato un aspetto del tutto legislativo, era interessante andare a valutare i dati relativi ai detenuti, per capire quali patologie fossero presenti e cosa l’infermiere doveva aspettarsi.

In questa fase sono emerse le prime criticità di quest’ambiente: gli unici dati presenti appartengono all’Istat, non sono propriamente aggiornati e riguardano soprattutto aspetti comuni della vita penitenziaria, ossia dati del sovraffollamento, del suicidio, piuttosto che dei reati relativi agli stupefacenti.

Per trovare dei dati relativi alle singole patologie bisogna fare affidamento a degli studi regionali, che però non riguardano tutti i detenuti, ma soltanto quelli disposti a partecipare. I risultati sono in linea con quelli che ci si aspetta, ma non si può basare l’assistenza infermieristica su dati ufficiosi.

In secondo luogo, ulteriori difficoltà sono state riscontrare nel momento in cui si è cercato di documentarsi circa le procedure sanitarie effettuate in carcere e le loro modalità di esecuzione, dal momento che non esistono dei protocolli standardizzati, fatta eccezione per la Regione Lazio e Sardegna.

Dopo il momento dedicato alla raccolta di informazioni generali che facessero da cornice, si è passati alla fase sperimentale della tesi con la raccolta dei dati. Questo è stato un momento cruciale che ha visto la presenza di diverse difficoltà causate dalla burocrazia e dalle limitazioni ovviamente presenti nelle case circondariali. Grazie alla collaborazione di medici ed infermieri è stato possibile portare a termine lo studio idealizzato.

L’analisi dei dati è stato l’atto conclusivo e ha confermato teorie ed ipotesi avanzate in un primo momento durate la stesura iniziale; infatti è risultata scarsa ed inefficiente la formazione prevista per operare in questo campo, che non differisce con quella generica; la gestione stessa della tossicodipendenza, tema centrale su cui la tesi si basa, non ha soddisfatto le aspettative, risultando inefficace e non adatta a delle figure professionali da cui ci si aspetta molto di più.

Si è giunti alla conclusione che sia necessario introdurre dei corsi di aggiornamento o anche dei master per la formazione dell’infermiere alla vita lavorativa in carcere, che per quanto uguale, a livello professionale, a molte altre, cambia per le esigenze e la domanda assistenziale presenti.

Due sono stati i momenti che hanno incentivato il proseguimento dello studio: primo fra tutti il momento stesso in cui si scelto l’argomento, che porta con sé uno spirito di novità, e successivamente l’attimo in cui, presentandomi agli infermieri, sono stata accolta con entusiasmo e gratitudine, solo per essermi interessata a questo aspetto di cui nessuno parla molto.

Lo studio non vuole e non può essere generalizzato ad un contesto molto più ampio di quello che già ricopre. C’è da considerare che le carceri interessate dall’indagine sono poco più della metà della Calabria e sicuramente tante altre variabili dovevano essere considerate oltre a quelle già prese sotto esame.

Tuttavia, questa tesi può essere un punto di partenza, un motivo di incoraggiamento verso l’inversione della rotta. Solo iniziando dalle basi si può arrivare a migliorare la qualità assistenziale ed a tutelare la salute delle persone detenute.

Lo scopo è di porre l’attenzione su un argomento poco trattato e soprattutto conosciuto, che merita interesse ed azioni a favore del progresso civile e scientifico. Non si ha altra ambizione, se non quella di suscitare l’interesse verso questa realtà, verso un professionista che rimane tale anche in questo contesto e di cui però si parla sempre troppo poco.

I risultati ottenuti hanno semplicemente messo in evidenzia le criticità che ci si aspetta di incontrare in un ambito di cui si conosce così poco e che viene trattato ancora meno, spiegando, con dati lampanti, quanto si è lontani dal raggiungere alti livelli di qualità dell’assistenza sanitaria e in particolare infermieristica.

Spanò Maria Immacolata

Allegato

Tesi: Uno sguardo oltre le sbarre: l’infermiere e la gestione della tossicodipendenza

Marianna Di Benedetto

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