Infermieri

Mangiacavalli (Fnopi) sul rapporto CREA Sanità: “Ancora una volta il grande assente è il territorio”

Il presidente della Federazione nazionale conferma il suo giudizio non entusiasta sulle performance dei servizi sanitari.

“Siamo ancora di fronte alla questione Nord-Sud nell’assistenza. E questa volta sul piano delle performance dei servizi sanitari giudicate da utenti, istituzioni, professioni sanitarie, management aziendale, industria medicale. Un peso ancora più severo visto che si tratta di chi è in prima linea ogni giorno nell’assistenza e di chi l’assistenza la riceve. E per questo i dati dovrebbero far pensare di più al cambio di modello di assistenza sanitaria, ormai indifferibile nei fatti oltre che nella sostanza. Un giudizio che rende ineluttabile la necessità di evitare disuguaglianze e soprattutto di pensare a un nuovo modello più funzionale di assistenza”.

Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, la più grande Federazione, con i suoi oltre 450mila infermieri presenti in Italia e tra i cento stakeholder scelti da CREA Sanità per valutare le performance dei servizi sanitari nel rapporto 2018 del Consorzio per la ricerca economica applicata in sanità dell’Università di Roma Tor Vergata, conferma il suo giudizio non entusiasta: anche i migliori risultati regionali sono infatti ben lontani da una performance ottimale.

Advertisements


SCARICA LA TUA TESI


“Abbiamo visto dai risultati dell’analisi che le performance dei professionisti si confermano tra i risultati migliori che il Ssn ottiene. Sull’indicatore relativo alla quota di persone molto soddisfatte dall’assistenza medica e infermieristica degli ospedali o dei servizi delle Asl è stato espresso un livello di accordo alto o assoluto dal 35,8% dei votanti. Il 100% degli utenti ha espresso un giudizio medio-alto (il più importante, direi, perché gli assistiti sono il nostro primo e più importante confronto), lo stesso per l’85,7% delle istituzioni, il 73,7% del management aziendale e l’80% dell’industria medicale. Tra i professionisti, il 90,5% ha espresso un giudizio medio-alto”.

“Le conclusioni dei ricercatori del CREA Sanità sottolineano la centralità del paziente, l’importanza di valutare la qualità e la soddisfazione per le cure erogate come problema primario, ma di difficile quantificazione soprattutto a livello territoriale. Tutti i gruppi hanno sottolineato la necessità di integrare l’indicatore con la parte territoriale e le proposte avanzate si possono riassumere nella soddisfazione per la presa in carico del paziente con problemi sanitari complessi o cronici, di continuità di cura e riabilitativa, ma anche la necessità di incrementare gli indicatori di esito delle cure ospedaliere. Per questo gli infermieri hanno chiesto l’inserimento nel Programma nazionale esiti di una serie di esiti infermieristici”

.

“È da tempo ormai – ricorda Mangiacavalli – che chiediamo lo sviluppo dell’assistenza sul territorio. Anche implementando il ruolo dell’infermiere, ad esempio, come avviene ormai in molte regioni, con l’infermiere di famiglia e di comunità per mantenere e migliorare, come dicono le stesse delibere regionali che già l’hanno previsto, l’equilibrio e lo stato di salute della famiglia, nella comunità, aiutandola a evitare o gestire le minacce alla salute. Tutto questo nonostante le ultime sacche di chi è ancora legato a gestioni ormai obsolete e fuori tempo, che giustifica con motivazioni che professionalmente non hanno più ragione nemmeno di essere pensate. Un lavoro svolto in un team multi professionale, nel quale operano i medici di medicina generale, l’infermiere di cure primarie, medici specialisti di riferimento per la patologia e altri professionisti non medici a seconda delle specifiche esigenze dell’assistito”.

“Un team – sottolinea Mangiacavalli – che opera in stretta collaborazione con la medicina di comunità per garantire l’operatività del raccordo con i settori specialistico, sociale, le risorse comunitarie, e per garantire un’azione snella e flessibile nella rilevazione dei bisogni, la continuità e l’adesione alle cure, la sorveglianza domiciliare e la presa in carico dell’individuo e della famiglia con l’intento di evitare inutili ricoveri, favorire la deospedalizzazione, presidiare l’efficacia dei piani terapeutico-assistenziali, allo scopo di migliorare la qualità di vita della persona nel suo contesto di vita. È questo ciò che serve. E d’altra parte anche CREA Sanità ritiene i giudizi dei professionisti (assieme al management) ‘decisamente più realisti’ rispetto ai livelli raggiunti”.

Redazione Nurse Times

 

Redazione Nurse Times

Leave a Comment
Share
Published by
Redazione Nurse Times

Recent Posts

Guarigione delle ferite: possibile svolta dall’ingegneria biomedica

Uno studio pubblicato su Science Translational Medicine presenta un’innovazione di ingegneria biomedica con il potenziale…

14/05/2024

Foggia, infermiere del 118 preso a pugni e schiaffi dall’uomo che aveva soccorso

Un infermiere del servizio 118 di Foggia è stato aggredito da un uomo soccorso a…

14/05/2024

Usa, morto il primo uomo a cui era stato trapiantato un rene di maiale

E' morto due mesi dopo l'intervento Richard "Rick" Slayman, 62 anni, primo uomo sottoposto al…

14/05/2024

La dott.ssa Acampora presenta un’indagine conoscitiva sulle aggressioni ospedaliere nella sua tesi infermieristica

Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times Giunge al nostro indirizzo mail redazione@nursetimes.org il lavoro…

14/05/2024

Aggressioni al personale sanitario, Nursing Up: “Infermieri abbandonati e sempre più in balia di soggetti fuori controllo”

Nel seguente comunicato stampa le riflessioni di Antonio De Palma, presidente nazionale Nursing Up. Pazienti…

14/05/2024

Asl Gallura: avviso pubblico per 20 posti da oss

L'Asl Gallura ha indetto un avviso pubblico di manifestazione di interesse, per soli titoli, finalizzato…

14/05/2024