Lenti a contatto: i pericoli derivanti da un uso non corretto

Gli esperti mettono in guardia contro le cattive abitudini, che possono causare infezioni e altri problemi.

Oltre 4 milioni di italiani portano abitualmente le lenti a contatto, più del 10% di chi soffre di disturbi visivi, ma pochi sanno come fame un uso corretto. Secondo una ricerca condotta da Zeiss in Italia, Usa, Germania e Cina, il 61% le indossa per più di otto-dieci ore al giorno. Aggiungendo, molto spesso, anche le ore notturne, a letto, dormendo. «L’uso – spiega Francesco Aiello, dirigente medico dell’Unità di Oculistica del Policlinico Tor Vergata di Roma, dove si è svolto il convegno “La gestione delle patologie corneali” –, o meglio il misuso, delle lenti a contatto aumenta enormemente il rischio di infezioni corneali, che possono portare anche alla cecità. Un recente studio ha valutato come un paziente che porti le lenti a contatto per 30 anni abbia un rischio del 30% di sviluppare un’infezione corneale severa, che ha bisogno di un trattamento lungo e a volte chirurgico, per ristabilire la funzionalità visiva». Le norme igieniche per un corretto utilizzo sono semplici: non usare le lenti oltre il tempo per cui sono state progettate (le giornaliere non vanno tenute oltre le 24 ore, le settimanali oltre i 7 giorni e le mensili più di 30); evitare il contatto con l’acqua, vanno cioè tolte prima della doccia o del bagno a mare o in piscina; non tenerle mai quando si dorme, anche se si tratta di un rapido pisolino. Importante è ricordare sempre che la lente a contatto è a tutti gli effetti una protesi, che produce modifiche molto rilevanti della superficie oculare. Quindi l’acquisto va fatto solo dopo un’accurata visita oculistica
, che valuterà la tipologia di lente, il tempo per cui può essere portata senza creare problemi e le procedure igieniche da seguire. «L’uso delle lenti a contatto – dice Carlo Nucci, professore di Oculistica e responsabile dell’Unità di Oculistica alla Fondazione Policlinico Tor Vergata – è uno dei principali fattori di rischio delle infezioni corneali, perché da un lato la lente può portare il germe sull’occhio e dall’altro ne favorisce l’attecchimento». Attenzioni particolari per chi usa sistematicamente il computer o passa tanto tempo davanti a smartphone e tablet. Se il continuo passaggio di messa a fuoco vicino-lontano o l’alterazione della lacrimazione dovuta al ridotto ammiccamento possono causare problemi a chi non porta lenti a contatto, i danni si accentuano per chi ne fa uso. In particolare, se le lenti vengono portate per più di otto ore il giorno, possono insorgere stati infiammatori cronici e sviluppare una maggiore predisposizione a infezioni di congiuntiva e cornea. L’American Academy of Ophthalmology ha pubblicato una serie di raccomandazioni rivolte proprio a chi porta le lenti a contatto anche davanti ai monitor. Tutti i giorni bisogna fare attenzione a mantenere una distanza di circa 60 centimetri dal monitor del computer, tenere lo sguardo rivolto leggermente verso il basso, utilizzare i filtri dei dispositivi che ne riducano la luminosità, effettuare delle pause seguendo la regola del 20-20-20 (ogni 20 minuti, fissare un oggetto a 20 piedi, 6 metri, per almeno 20 secondi) e, per chi indossa lenti a contatto per periodi prolungati, alternarle con gli occhiali da vista. Redazione Nurse Times Fonte: Il Messaggero  
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