Già nel 2012 erano giunti segnali allarmanti sulla gestione degli Enti di Previdenza, attraverso un rapporto pubblicato su “Italia Oggi” il 28/08/2012, con delle cifre che non lasciano indifferenti. Infatti i costi dei 20 organi collegiali (consiglio d’amministrazione, revisori e delegati) delle Casse di Previdenza, che gestiscono le pensioni di circa 1,3 milioni di professionisti   prese in considerazione in questo schema di raffronto dimostra che si spende DIECI volte di più rispetto alla gestione dell’INPS, che invece gestisce 20 milioni di soggetti.

Queste cifre spinsero il ministro di allora, Elsa Fornero a cercare soluzioni insistendo sulla “necessità di studiare percorsi per unificare le casse per ridurre i costi a beneficio della sostenibilità”. La tebella di raffronto infatti riporta i dati riferibili al bilancio 2011, in cui ben 15 casse vedono lievitare i costi di gestione, tra cui la cassa di previdenza Enpapi. Mentre l’INPS rimane la più virtuosa, spendendo per la gestione dei vertici (presidente, direttore generale, il consiglio di indirizzo e vigilanza, il collegio dei sindaci, il magistrato della corte dei conti, i comitati amministratori di gestioni, fondi e casse) circa 3 milioni di euro, circa 0,15 cent per lavoratore. Ma torniamo all’Ente nazionale di previdenza ed assistenza della professione infermieristica (Enpapi) e prendiamo in esame i dati di bilancio del 2013. Dalla relazione sul risultato del controllo sulla gestione finanziaria preparata dalla Corte dei Conti, Enpapi ha chiuso il 2013 con un utile di esercizio netto pari 3,916 mln (-11,5% rispetto all’anno precedente) e un patrimonio netto di 30,854 mln, in crescita del 2,9%.

La significativa riduzione che si registra nel risultato di esercizio dell’anno 2013 è da attribuire, in sostanza, al maggior incremento registrato dai costi (+19,7%) nei confronti dei ricavi (+18,3%), i quali, peraltro, hanno dovuto registrare un importante decremento dei proventi finanziari (-36,8%). Dai consuntivi emerge che le entrate contributive sono in continua crescita.

Sono infatti passate dai 53,9 milioni del 2011, ai 71,6 milioni del 2012 (+32,8%) e, infine, ai 76,2 milioni del 2013 (+6,4%). L’indicato incremento è da attribuire all’aumentato numero degli iscritti all’ente, ma soprattutto agli effetti delle riforme strutturali dell’ente, con le quali sono state rimodulate, in aumento, tutte le tipologie di contributi. La posta patrimoniale riguardante i crediti verso gli iscritti anche nel 2013 risulta in crescita, raggiungendo i 158,6 milioni di euro, con un incremento del 18% nei confronti del precedente anno, dove già si era evidenziato un incremento del 24,4% rispetto al 2011. L’andamento crescente registrato negli ultimi anni e le dimensioni raggiunte da tale posta contabile, sottolinea la relazione, fanno permanere la necessità di richiamare l’Ente a individuare nuove e più incisive azioni d’intervento volte al suo contenimento.

A fronte delle entrate contributive, si riscontrano spese per prestazioni di gran lunga inferiori, pari a circa 5,8 milioni di euro (4,5 milioni nel 2012). Ciò dipende dalla forte differenza tra il numero degli iscritti, pari a 35.910 nel 2013, e il numero delle prestazioni previdenziali erogate nello stesso anno, pari a 1.528. Le maggiori risorse finanziarie che si sono generate nella gestione dell’anno in riferimento sono state destinate ad aumentare gli investimenti in attività finanziarie (dai 310,4 milioni del 2011 ai 391,3 milioni del 2013 ). Tali investimenti hanno generato rendimenti netti altalenanti negli anni. In termini percentuali, dopo la crescita avuta nel 2012, in cui si erano attestati al 2,57%, nel 2013 gli stessi hanno subito una contrazione, risultando pari all’1,48%. Nel rapporto si evidenzia come i costi degli organi direttivi siano diminuiti rispetto al 2012 del 2,6%, dopo l’incremento rispetto all’anno precedente (2011) del 5,36%.

Di seguito le spese del personale e i costi delle consulenze.

Relazione della Corte dei Conti 2013 

Fonte ENPAPI