Direte, ma che c’entra con l’infermieristica tutto ciò?
È presto detto, quando mi sono diplomato, ormai trent’anni fa, post diploma c’era il corso da capo sala, ferrista, poi perfusionista e per i più ambiziosi c’era il D.A.I. (questa era l’unica formazione che l’Università ci forniva), oggi, udite udite, post Laurea di primo livello abbiamo:
Tutto questo preambolo, per affrontare un argomento che interessa migliaia di infermieri ogni anno, quale Master scegliere?
Questa rubrica, si ripromette di darvi le indicazioni sui Master esistenti attualmente in Italia ed eventualmente orientarvi nella scelta, dandovi gli strumenti per una scelta consapevole quando nei prossimi mesi ripartirà l’offerta formativa proposta dalle università italiane.
Avrei voluto elencarveli ma per questioni di spazio non lo farò, ma, ad ogni prossimo articolo proverò a darvi un indicazione di dove si svolgono attualmente i Master di cui parleremo e quale opportunità e spendibilità offrono.
Mi piace qualificare i Master così come scritto sul sito della Federazione IPASVI:
Master di primo livello
Corso di approfondimento scientifico e alta formazione permanente e ricorrente in ambiti specifici (area critica, geriatria, pediatria, salute mentale, sanità pubblica, management infermieristico ecc.), successivo al conseguimento della laurea in Infermieristica (60 Cfu).
Master di secondo livello
Corsi di approfondimento scientifico e alta formazione permanente e ricorrente in ambiti specifici, successivo al conseguimento della laurea specialistica (60 Cfu).
Perché la scelta di intraprendere quest’ulteriore percorso formativo?
Molti sono i colleghi che oggi scelgono di frequentare un master di primo livello e secondo livello. Le motivazioni che spingono i colleghi alla continua ricerca di formazione, autofinanziandosi, con l’unico obiettivo di arricchire le proprie conoscenze professionali e dare risposte specifiche a quelli che sono i bisogni dei cittadini, vanno al di là dell’ambito professionale: AMORE E PASSIONE per la professione infermieristica.
Non si spiegherebbe diversamente! Difatti mancando il riconoscimento contrattuale che giustificherebbe il successo dei tanti master universitari proposti, gli infermieri italiani acquisiscono un titolo che non sarà mai spendibile (eccetto il master sul coordinamento)…
A mio avviso i Master devono servire ad arricchirci (non certo di Cfu), di professionalità, e magari indirizzarci verso una specificità della professione da applicare nel nostro lavoro, ed è ciò che mi riprometto di fare, cercare di guidarvi nella sceltà.
VINCENZO RICCHIUTI
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