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Convertito in legge il “Decreto Sostegni” ignorate le richieste della FNOPI

Fosse una partita di calcio, il risultato non lascerebbe spazio a commenti: il Governo Draghi batte nettamente due a zero la Fnopi (la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche) e la sua presidente Barbara Mangiacavalli

Una sconfitta su tutta la linea per il principale organo di rappresentanza istituzionale di una categoria, quella infermieristica, che conta 450mila iscritti ma che, di fatto, non conta nulla nelle decisioni più importanti.

Nel Decreto Legge “Sostegni”, presentato dal premier Mario Draghi, non c’è traccia delle due richieste formulate dalla Fnopi: cadute nel vuoto, lasciate chiuse nel cassetto o se non addirittura “stracciate” dal Governo che a parole esalta gli infermieri (un po’ stanchi di essere definiti eroi, ma più prosaicamente in attesa di riconoscimenti professionali più sostanziosi), ma nei fatti fa “marameo” alla Fnopi.

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Va detto che un pò la presidente Mangiacavalli e il suo entourage se la sono cercate quella bocciatura sonora, perché le richieste presentate al Governo erano un pò “bizzarre”.

Due i punti salienti:

  1. l’autonomia degli infermieri nella campagna vaccinale così come è stato concesso ai farmacisti;
  2. l’abolizione del vincolo di esclusività professionale non solo per le vaccinazioni.

Richieste rimaste lettera morta, probabilmente perché ritenute fuori dal contesto normativo attuale e che, dall’altra parte, non trovano risposta all’impegno degli infermieri profuso in questo particolare momento di pandemia.

Un ulteriore delusione non tanto ai contenuti della richiesta “snobbata” per le vaccinazioni agli Infermieri in una forma “di ibrido esercizio libero professionale” quanto per la soffusa voce che la FNOPI riesce a muovere nei riguardi delle istituzioni governative.

La FNOPI “pretende” di essere ascoltata dalle regioni per l’impiego di infermieri nel piano vaccinale inutilmente e a voce unica senza, tra l’altro, dotarsi di un piano strategico condivido con gli OPI su tutto il territorio nazionale.

Nella prima ondata di questa emergenza sanitaria, gli infermieri sono stati definiti eroi; pian piano col passare dei mesi, gli eroi vengono del tutto dimenticati.

Ed ecco tornati alla realtà: una politica professionale non solo incapace di imporre alla politica un percorso di crescita professionale, ma anche umiliata da delibere regionali (basti pensare a quella della Regione Veneto sugli operatori socio sanitari equiparati agli infermieri), da riconoscimenti che arrivano a tutte le altre professioni sanitarie (vedi autonomia vaccinale ai farmacisti).

Considerando che la Fnopi incassa da ogni iscritto 10 euro che moltiplicati per 440mila diventano una cifra a sei zeri e che tra gli impegni di spesa non mancano quelle di rappresentanza istituzionale e portavoce che dovrebbero far sentire non solo la loro, di voce, ma quella di tutta la categoria infermieristica, viene da chiedersi: quanto vale il peso politico della Federazione?

Riportiamo la nota Fnopi disattesa dal Governo affidando ai lettori le conclusioni, ricordando che in questa partita la Federazione è stata sconfitta due a zero e che probabilmente l’allenatore (la presidente) andrebbe messa in discussione.

Ai posteri l’ardua sentenza…

Salvatore Petrarolo, Direttore Nurse Times

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