Infermieri

De Palma (Nursing Up): “Gli infermieri del Ssn sono l’unica soluzione per immunizzare in breve tempo gli italiani”

Il presidente del sindacato rivendica la paternità della proposta: “Finalmente anche la Fnopi persegue i nostri stessi intenti. Aspettiamo speranzosi le risposte concrete del Governo”.

«Abbiamo portato la nostra lotta nelle piazze di tutta Italia. Siamo arrivati fino allo sciopero per chiedere, tra le altre cose, il riconoscimento di prestazioni aggiuntive retribuite dignitosamente. Abbiamo avuto confronti con i rappresentanti del comitato di settore, chiesto a Regioni e ministero. E ora finalmente ci sono. La stessa Finanziaria, in parte, le prevede. Consentirebbero agli infermieri italiani di svolgere le prestazioni vaccinali, aggiungendo dalle due alle tre ore in più al loro turno quotidiano. Siamo orgogliosi di ricordare anche alla nostra Federazione, che oggi ha deciso di perseguire finalmente quegli obiettivi che da settimane ci vedono in prima linea, prova ne siano i comunicati stampa pubblicati negli ultimi due mesi». Così Antonio De Palma (foto), presidente nazionale Nursing Up, ricorda che il sindacato da mesi ha individuato come soluzione principale per “salvare” la campagna vaccinale degli italiani il coinvolgimento degli infermieri dipendenti del Ssn.

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«Siamo stati forse l’unico sindacato italiano che, di fronte alle poco rosee prospettive del bando Arcuri, che prevedeva unicamente il coinvolgimento degli infermieri liberi professionisti, sin dalla metà di dicembre ha invocato a gran voce che l’unica soluzione per arrivare a una immunità di massa in poche settimane era (ed è) l’utilizzo degli infermieri dipendenti attraverso l’emissione di un bando nazionale a loro dedicato – prosegue De Palma -. Abbiamo documentato sin da subito e con i numeri le nostre tesi: abbiamo richiamato l’attenzione sugli oltre 30 mila territoriali potenzialmente disponibili, che non svolgono regime lavorativo extra-ordinario. Abbiamo quantificato in 100mila ed anche più, i professionisti della sanità che potrebbero essere in grado, da subito, di raccogliere le redini di un piano vaccini da troppo tempo fermo al palo, visto che al bando Arcuri hanno risposto meno di un terzo degli infermieri che erano previsti per lo start up. Un “obiettivo” che con l’idea fallace di coinvolgere le agenzie interinali si è rivelata pura utopia. Ma oggi, tra tante belle parole, sperimentazioni e ipotesi, siamo ancora fermi a poco più di 1,6 milioni di italiani che hanno ricevuto la doppia somministrazione. Troppo poco per sperare di vincere questa sfida, delicatissima, con la spada di Damocle delle varianti che pende sulle nostre teste».

E ancora: «Hanno esperienza, lavorano già sul campo, sono loro i professionisti che per legge possono garantire le somministrazioni vaccinali in piena autonomia, sono la forza che abbiamo già in casa, ma vanno pagati, sia con i fondi della finanziaria che con quelli dei quali dispone la struttura commissariale. Cosa stiamo aspettando? La nostra proposta inviata al Generale Figliuolo (e di cui abbiamo informato anche la stampa qualche giorno fa) parla chiaro: è flessibile, poichè apre a diverse opzioni, ivi comprese le vaccinazioni a domicilio in particolari condizioni, ed ha un unico solo obiettivo: vaccinare in pochi mesi tutti gli italiani che lo desiderano. Abbiamo indicato dove, come, con quali risorse e quali sono i risultati attesi. Abbiamo addirittura indicato un possibile meccanismo di permeabilizzazione tra aziende sanitarie locali, che consenta ad infermieri dipendenti, nell’ambito della stessa regione, di erogare prestazioni aggiuntive presso aziende diverse dalla propria, e che ne hanno bisogno». 

Conclude De Palma: «Ci fa piacere che anche la Fnopi abbia compreso quella che noi da tempo riteniamo come la strada principale da intraprendere: non ci aspettavamo un loro intervento ora, visto che non ci hanno sostenuti le ultime volte che siamo scesi in strada a manifestare per i diritti degli infermieri e visto che in tema di campagna vaccinale, fino a pochi giorni fa, si concentravano principalmente sui liberi professionisti più che sui pubblici dipendenti. Meglio tardi che mai! Ed ora che ad accomunarci sembra essere l’unità di intenti non possiamo più indugiare. Gli infermieri italiani sono pronti alla loro ennesima battaglia. Non hanno paura».

Redazione Nurse Times

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