“Ho visto molte infermiere stupirsi quando hanno interagito con lui per la prima volta”, ha dichiarato Marc Berg, direttore medico del Revive Initiative for Resuscitation Excellence di Stanford.
La compagnia Gaumard Scientific, realizzatrice del robot Hal si occupa della produzione di simulatori medici dagli anni ‘40.
Inizialmente realizzava scheletri e modelli anatomici, ma con lo sviluppo delle nuove tecnologie avrebbe virato verso i manichini dall’aspetto umano quali “Victoria”, donna robot in grado di partorire e SuperTory, un neonato artificiale che permette a medici e infermieri di allenarsi a notare i sintomi delle malattie negli infanti veri.
Un sistema meccanico-pneumatico permette ad Hal di simulare gli atti respiratori. Un sistema idraulico crea invece le lacrime e il sangue finto. Dei servomotori gli consentono di assumere varie espressioni facciali, esprimendo così un’ampia gamma di emozioni.
È in grado anche di parlare e, quando è spaventato, può chiamare sua madre a pieni polmoni o supplicare di non essere toccato.
Hal è stato reso estremamente realistico dai suoi ideatori, cercando però di evitare esagerazioni quali lentiggini o nei presenti sulla cute, che pottebbero essere fonte di distrazione.
Il suo naso e la sua bocca sono perfettamente funzionati e durante uno shock anafilattico la sua lingua si può gonfiare. È possibile, inoltre, incidere la cute di Hal per fare pratica con l’inserimento di un tubo tracheale o di un drenaggio.
Leave a Comment